“Nell’ultimo anno 283.030 giovani under 30 sono entrati nel mondo del lavoro e stanno imparando un mestiere grazie all’apprendistato. Questo contratto si conferma la strada maestra per favorire l’occupazione giovanile”. Il Presidente di Confartigianato La Spezia Paolo Figoli sottolinea così la crescita record di assunzioni di apprendisti registrata tra aprile 2017 e marzo 2018, 283.030, pari al 20,2% in più rispetto al 2017 e che superano dell’11,4% le 254.000 assunzioni di giovani a tempo indeterminato avvenute nello stesso periodo.
Inoltre, secondo una rilevazione di Confartigianato, tra gennaio e maggio 2018 i contratti di apprendistato sono aumentati più degli altri rapporti di lavoro: ne sono stati attivati 134.358 (il 96% dei quali riferiti a giovani under 30) con una crescita del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2017. Largamente battuti i contratti a tempo indeterminato (+3,1%), i contratti a tempo determinato (+8,4%), i contratti stagionali (+7%) e i contratti intermittenti (+8,8%). Il rapporto di Confartigianato mostra che i contratti di apprendistato rappresentano il 12,5% dei nuovi rapporti di lavoro creati in Italia nel primo trimestre di quest’anno per i giovani under 30.
La classifica delle regioni in cui prevalgono le assunzioni di apprendisti vede in testa l’Umbria (18,5% di nuovi contratti di apprendistato sul totale delle assunzioni), la Toscana con 16,2%, la Liguria arriva 5a in classifica con un buon 13,9%.
Sulla crescita dei contratti di apprendistato hanno influito gli interventi di decontribuzione previsti nella Legge di bilancio 2018. “Interventi sui quali occorre insistere – sottolinea il Presidente di Confartigianato – perché la realtà dimostra che la ripresa dell’occupazione giovanile passa per l’apprendistato, il contratto a causa mista più adatto a soddisfare le esigenze formative dell’artigianato e delle piccole imprese, la ‘palestra’ in cui i giovani studiano e si preparano ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale”.
Il Presidente Figoli, inoltre, ribadisce il giudizio negativo sulle modifiche ai contratti a tempo determinato introdotte dal Decreto dignità: “Si tratta di interventi che danneggiano i datori di lavoro e non fanno nemmeno gli interessi dei lavoratori”.