Festa di Avvenire 2017 (testo di Giuseppe Savoca)
Mentre la festa di Avvenire a Lerici volge al termine, si avvalora ogni giorno di più il senso profondo del suo tema, “Comunicare la speranza”, tratto dal messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali 2017. Che non fosse un tema banale lo si era capito sin dal momento dell’apertura, l’altro sabato, con l’omelia del vescovo Luigi Ernesto Palletti e con il tradizionale saluto del direttore del quotidiano cattolico, Marco Tarquinio. Il vescovo ha compiuto una vera e propria esegesi teologica e culturale del concetto di “comunicare la speranza”. “Sappiamo bene – ha argomentato – che comunicare non vuol dire solo informare, né tanto meno trasferire una serie di informazioni: vuol dire invece, in primo luogo, ‘saper donare speranza’, dare ragioni per iniziare o per continuare a sperare, uscire da uno sguardo chiuso e limitato, andando verso orizzonti nuovi. A sua volta, la speranza non deve suscitare timori, né illusioni consolatorie”. E’ in questo quadro che la festa ci invita a riflettere nella luce della Speranza cristiana. E qui Palletti ha analizzato nei particolari questa virtù teologale: la speranza – ha detto – nasce all’interno di una relazione, si sviluppa in forza di una promessa, si consolida nel vincolo di una alleanza, di una amicizia grande e profonda, si esprime in una risposta di corresponsabilità. E genera così stabilità di vita. Ebbene, se analizziamo i numerosi eventi che si sono svolti, come da programma, nei dodici giorni di festa, possiamo vedere proprio, in controluce, l’attuarsi progressivo e sicuro dell’analisi del vescovo: dal richiamo ad una economia di comunione nella relazione di Luigino Bruni alla grande speranza che, contro tutti i ritardi di politica e burocrazia, l’arcivescovo Boccardo ha raccontato da testimone e pastore tra le popolazioni colpite dal sisma dell’Italia centrale. E, ancora, il “varco” proposto da Susanna Tamaro così come la “pastorale di Speranza” proposta per tanti anni ai parrocchiani di Lerici da don Franco Ricciardi ed ora racchiusa in modo pregevole al libro a lui dedicato dalle suore della Piccola Opera. Una festa che, davvero, è anche lezione di vita e di fede.
A Lerici una Susanna Tamaro che non ti aspetti...
Vai a Lerici una sera di mezza estate, in una rotonda “Vassallo” affollata di pubblico, e scopri una Susanna Tamaro che non ti aspetti. Timida e riservata, la scrittrice che dagli anni Novanta ha conquistato il cuore di tanti lettori con i suoi romanzi, ha vinto una ritrosia forse tipica dei triestini per “confessarsi” in pubblico alla festa di Avvenire. Incalzata dalle osservazioni e dalle domande di Alessandro Zaccuri, una delle firme del giornale che sono ormai affezionate al Golfo dei poeti e dei santi. Susanna Tamaro ha parlato di se stessa. Ma, parlando di se stessa, ha parlato anche del nostro tempo, delle sue profonde contraddizioni – alcune delle quali provate, come si dice, sulla sua stessa pelle – e della ricerca del “varco”. Quel “varco” di cui hanno parlato a lungo letterati e poeti, da Ulisse a Montale, da Peguy a Maritain, e che riemerge come all’improvviso in un capitolo dell’ultimo libro della scrittrice, “La tigre e l’acrobata”. “Al di là del Varco” è intitolato il capitolo, con un sapore di fiaba, caratteristico dell’intero libro, ma anche di metafore di grande attualità sul senso della vita e sul dovere che tutti abbiamo di difenderla, quella vita. “Dove conduceva quel Varco ? ... Mi sarà permesso di entrare ?”. Come ha osservato Zaccuri, il libro non è di per sé un libro “cristiano”, nel senso che non affronta in modo esplicito tematiche cristiane. Ma in modo implicito sì, ed anche molto efficace. Il richiamo, fatto dallo stesso Zaccuri, al film “La strada” di Federico Fellini non ha potuto evitare, a noi ascoltatori spezzini, il ricordo di padre Nazareno Taddei e delle sue lezioni sul “linguaggio cinematografico”. Che va letto al di là delle apparenze. Susanna Tamaro, che ha un diploma in tecnica del cinema, è anche autrice cinematografica, forse non a caso. Nella sua testimonianza è emersa la profondità di una fede cristiana che in lei è, anche, ostinata e forte difesa della vita, contro aborto ed eutanasia. E che le è costata, dopo il grande successo iniziale di alcuni libri, da “Va’ dove ti porta il cuore” ad “Anima mundi”, periodi di ben minore attenzione. Susana non sembra dolersene più di tanto, e va avanti per la sua strada. Anche per questo – oltre ad un grazie per le sue collaborazioni ad Avvenire e ad altre testate cattoliche – è apparsa ben meritata, nell’ambito della festa di Lerici, l’assegnazione del premio “Angelo Narducci” 2017.
(testo Egidio Banti)
In un cd le canzoni in dialetto di Giovando
Tra pochi giorni sarà a disposizione alla Spezia un cd realizzato da Marco Mori e dedicato alle canzoni in dialetto di Eugenio Giovando. Ma dire Giovando è dire poco, perché il maestro scomparso ormai diversi anni or sono è stato, nella seconda metà del Novecento, un vero “mito” per quanti avevano a cuore non solo il dialetto, ma anche i suoi contenuti: ovvero il “mito” autentico e sincero di quella “spezzinità” che, da oltre un secolo e mezzo, fa i conti con trasformazioni profonde, da quelle dell’Arsenale all’attuale fenomeno migratorio, riuscendo sempre, con il suppporto dell’ironia e della passione, a restare se stessa. Giovando fu per alcuni decenni, tra l’altro, una delle “voci” più autentiche e seguite di Tele Liguria Sud, la televisione diocesana. Le sue trasmissioni, che univano musica, dialetto e tradizioni, erano seguitissime, grazie al supporto dei “Ragazzi di Migliarina” del maestro Castellani. Ora le figlie Stefania e Giuliana hanno affidato a Mori, che opera a Genova ma che non dimentica mai la sua “spezzinità” autentica, l’”anima poetica e musicale del loro papà”. Con il supporto delle voci di Simona Mongatti, di Luca Sannino, di Benedetta Grazzini e di tanti collaboratori nasce così il cd “Io amo la Spezia – Il cuore, le emozioni e le canzoni del più grande autore del folklore spezzino per gli spezzini del nuovo millennio”. Ci voleva ... (E.B.)
Tarquinio: Lerici, “madre buona”
Nel suo saluto, pronunciato l’altro sabato nella chiesa di San Francesco, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ha ricordato come quella di Lerici, che risale al lontano 1976, sia ormai la più antica festa del quotidiano cattolico italiano, allora diretto da Angelo Narducci. “Ma Lerici – ha detto sorridendo il direttore – è stata davvero una ‘madre buona’, perché all’idea iniziale di don Franco Ricciardi è sempre rimasta fedele, fornendo un esempio a livello nazionale. Tanto che oggi le feste di Avvenire sono sempre più numerose, da un capo all’altro della penisola, e nelle isole”. Lerici resta un punto di riferimento importante per tutte queste iniziative, nuove e meno nuove, e certo può ricavarne spunto per fare sempre meglio, come anche quest’anno ...
La forza del volontariato
Ultimo giorno della festa di Avvenire. Alle 18.30 il parroco di Lerici, don Federico Paganini, celebrerà la Messa conclusiva nella chiesa di San Francesco, ringraziando tutti per la partecipazione ad un evento, giunto ormai alla sua quarantaduesima edizione. Alle 20, nel campo giochi della casa canonica, ci sarà l’ultima delle quattro “cene insieme”, con i prodotti tipici di Lerici e della Val di Magra. Sono stati dodici giorni intensi, e molto ben riusciti. Ma non sarebbe stato possibile realizzarli senza la collaborazione di tanti, a cominciare dalla squadra di Avvenire, venuta appositamente da Milano. Ma qui vogliamo in particolare ricordare i tanti volontari e le tante volontarie della festa, spesso giovani e giovanissimi. Le “cene insieme”, così come gli eventi dei singoli giorni di festa, non sarebbero possibili senza di loro, ben riconoscibili dalle magliette colorate che indossano e che “rilanciano” esse stesse il quotidiano cattolico. Grazie, dunque, a tutti ! E alla squadra della cucina, coordinata dalla mamma di don Federico, instancabile preparatrice di ottimi ravioli ...
Risultati e le prospettive della campagna di scavi nel “campetto” della parrocchia di Santa Maria Assunta a Sarzana
«Cose e nuove e cose antiche», recitava domenica scorsa la parabola proclamata nella liturgia del giorno. L’espressione è sembrata in qualche modo attualizzarsi a Sarzana giovedì scorso, quando la Soprintendenza della Liguria ha presentato, presso la sede del centro culturale “Niccolò V”, i risultati e le prospettive della campagna di scavi effettuata nei mesi scorsi nel cosiddetto “campetto” della parrocchia di Santa Maria Assunta. I lavori per la sistemazione della storica area destinata allo svago dei giovani, nel cui sottosuolo verranno realizzati un parcheggio per residenti e la vasca antincendio del vicino teatro Impavidi, avevano fatto emergere alcuni reperti murari appartenenti alla storia antica di Sarzana. Di qui l’intervento dell’organismo statale di tutela dei beni archeologici e storici, con un’attenta analisi di cui sono stati comunicati i primi risultati. L’importanza dei reperti, e del metodo seguito, sono stati avvalorati dalla presenza, oltre che dei ricercatori sul campo, del soprintendente ligure Vincenzo Tinè. La relazione è stata effettuata dalla responsabile Neva Chiarenza, con il supporto degli archeologi Cristina Otera, Luca Parodi e Ivo Tiscornia, e quanto comunicato è di indubbio interesse: l’area interessata, laterale a quello che doveva essere l’antico ingresso in città, presenta ben sette strati di reperti, relativi a diverse e successive epoche storiche: si va da quando probabilmente c’erano solo depositi alluvionali torrentizi sino alle attività orticole dei frati domenicani del vicino convento (oggi teatro Impavidi). Niente di monumentale, ma elementi molto utili per gli storici. Tinè è stato chiaro: “Non ci sono le condizioni per un parco archeologico aperto a tutti, ma i reperti potranno convivere con il campetto e con le nuove strutture, a beneficio di studiosi e ricercatori”. Nel frattempo, i risultati dei lavori saranno publicati. “Cose nuove e cose antiche”, insomma, che si uniscono anche a Sarzana nel “tesoro” di una storia in cammino.
Celebrazioni con il vescovo
Il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti si reca oggi 6 agosto nella piccola frazione di Colli, in comune di Maissana, dove alle 17 celebra la Messa per la festa della Madonna della Visitazione e conferisce una Cresima. Giovedì 10 agosto, nella festa patronale di San Lorenzo, farà altrettanto nella parrocchia di Tivegna e domenica prossima 13 agosto, alle 16.30, in quella di Scurtabò, nel comune di Varese Ligure. Sempre domenica, alle 21, sarà a San Pietro Vara per presiedere i Vespri e la processione per le vie della borgata.
Clarisse in festa a Sarzana
La comunità monastica delle Clarisse, a Sarzana, sarà in festa venerdì prossimo 11 agosto per la ricorrenza della fondatrice, santa Chiara di Assisi. In questa occasione, le monache accoglieranno i fedeli che raggiungeranno in preghiera la loro chiesa, detta dei Cappuccini. Alle 10 vi celebrerà la Messa solenne il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti.
Si è spento Giorgio Filippi
Si è spento ad ottantadue anni, all’ospedale di Sarzana, Giorgio Filippi, già direttore del Canale Lunense e per molti anni esponente di primo piano della vita politica locale, come segretario della Democrazia cristiana per un quarto di secolo e capogruppo in consiglio comunale. Da ultimo era consigliere della Fondazione Carispezia, incarico nel quale si era molto prodigato per un fattivo sostegno alle attività sociali e culturali del teritorio, in particolare a Sarzana e in Val di Magra. I funerali si sono svolti ieri mattina nella basilica concattedrale di Sarzana. Alla moglie Rosy, ai fratelli e ai familiari tutti le nostre condoglianze.
Campo scuola adulti
Il campo scuola “adulti” dell’Azione cattolica diocesana si terrà quest’anno nella seconda metà di agosto nella residenza delle suore Gianelline alla Cerreta di Carro. Nel corso del campo, sono previste due relazioni sulla beata Itala Mela e sulla mistica trinitaria. Terranno le due relazioni il canonico don Renzo Cortese ed Antonio Postorino, docente all’Istituto superiore di Scienze religiose. Le iscrizioni al campo adulti – che prevede una quota di partecipazione di 80 euro a persona – si raccolgono entro il 10 agosto, telefonando a Roberto Cortese, tel. 334.9311324.
Chiusura della Curia
La Curia vescovile della Spezia informa che i suoi uffici restano chiusi per ferie a partire dal 14 agosto. Riapriranno lunedì 28 agosto.