Undici a Genova. Sei a Rapallo. Quattro a San Remo. Quattro a La Spezia. Sono solo alcuni numeri dei beni immobili e delle aziende confiscate in Liguria. Quaranta in tutto. Sparsi su quattordici località distribuite praticamente in tutta la nostra regione.
"Non siamo certamente nella situazione di altre zone – spiega il vice presidente di Legacoop Liguria, Sandro Frega – ma è evidente che il tema della legalità è fondamentale per uno sviluppo corretto dei territori.
Far nascere nuove imprese sui beni confiscati alla criminalità è un'occasione per i giovani mettendo al centro l'etica del lavoro.
Ecco perché chiediamo un rafforzamento a livello locale di nuovi strumenti finanziari in grado di rafforzare le start up che possono nascere sui beni confiscati. Un sostegno capace di sfociare anche in un Fondo specifico per sostenere queste imprese".
Obiettivi che Legacoop Liguria ha messo a fuoco, dando appuntamento oggi a Genova, per capire insieme in un incontro pubblico in che modo affrontare le mafie e far ripartire il lavoro. Prendendo spunto da progetti nazionali come quello avviato da Libera Terra.
"La capacità delle mafie è quella di inserirsi nel tessuto economico e politico di un territorio – ha spiegato Simone Fabbri, referente nazionale di Cooperare con Libera Terra -. Poi dipende dalla capacità degli attori sociali di creare gli anticorpi giusti per sconfiggerla.
Cooperare con Libera Terra raggruppa 74 soggetti, tra imprese cooperative e rappresentanze regionali di Legacoop, in grado di mettere a disposizione professionalità essenziali a servizio delle cooperative di Libera Terra.
Ci si è resi conto che non basta mettere più a disposizione gli scaffali per i prodotti. Ci vogliono piani d'impresa, professionalità, qualità. In questo modo le cooperative, che gestiscono i beni confiscati, si rafforzano".
Creando quegli anticorpi fondamentali per un territorio. Anticorpi che anche la Liguria ha scoperto di avere bisogno.