Sabato prossimo 10 settembre, alle 18, nella pieve dedicata al santo, che è una delle più antiche chiese del territorio, il vescovo Luigi Ernesto Palletti celebrerà la Messa per l'inizio del triduo di preparazione.
Lunedì 12 settembre, alle 17.30, monsignor Palletti presiederà poi la Messa solenne nella cattedrale di Cristo Re, alla quale seguiranno la processione sul lungomare con la reliquia e con la statua del santo, opera dello scultore Teofilo Raggio, ed il trasferimento via mare a Porto Venere.
Il giorno seguente, memoria liturgica di Venerio, alle 10.30 sarà celebrata una Messa sull'isola del Tino, sede dell'antico cenobio dei monaci di Venerio, cui seguirà alle 12 la benedizione delle imbarcazioni, impartita dal vescovo con la reliquia. Collaborano l'associazione Pro Insula Tyro, la parrocchia di Porto Venere e la Marina militare.
Vale la pena di ricordare, in questa occasione, come la proclamazione di san Venerio a patrono "delle Chiese del Golfo della Spezia", decisa nel 1959 da Papa Giovanni XXIII, non solo dette il via allo schema tuttora vigente, e sopra descritto, delle celebrazioni annuali di settembre, ma, di fatto, "riunificò", proprio nel nome del santo, quelle chiese del Golfo che da oltre ottocento anni erano per così dire "separate" in diocesi diverse. Può sembrare curioso, dal momento che il Golfo spezzino rappresenta per sua natura, anche geografica e ambientale, un comprensorio unico, così sempre vissuto dalle popolazioni. Ma la storia, spesso, segue percorsi diversi. Così sin dal 1161 (bolla "Superna et ineffabilis" di Papa Alessandro III) la parrocchia di Porto Venere, comprendente le isole della Palmaria, del Tino e del Tinetto – ma non invece le vicine parrocchie delle Grazie e del Fezzano, che furono sempre lunensi – venne smembrata dalla diocesi di Luni ed aggregata a quella di Genova. Il motivo era chiaramente di natura "geopolitica", per la posizione strategica che Porto Venere e le sue isole avevano sempre avuto, sin dall'antichità più remota, a riguardo della navigazione nel Tirreno settentrionale e nel mar Ligure, posizione strategica che alla Repubblica marinara genovese stava, come ben si può comprendere, molto a cuore. Del resto, ancora prima del 1161, e precisamente nell'anno 1056, Papa Leone IX aveva dichiarato l'abbazia del Tino esente dalla giurisdizione del vescovo di Luni e, di fatto, direttamente sottomessa alla Santa Sede. Era anche un modo per sottrarla alle continue contese tra Pisa e Genova, sinché, come detto, alla fine prevalse Genova. Nel 1892 il Levante ligure passò dall'arcidiocesi di Genova alla nuova diocesi di Chiavari ed anche Porto Venere seguì tale sorte, ormai però anacronistica. L'associazione "Pro Insula Tyro" e il vescovo Giuseppe Stella solo nel 1959 ottennero, con una complessa permuta di giurisdizioni ecclesiastiche, che l'unità ecclesiale del Golfo fosse ristabilita. Il "merito", per così dire, fu proprio di ... san Venerio, ed ancora gli viene riconosciuto.