Nessuno nega le ragioni di chi costruisce imbarcazioni sul fiume Magra ma crediamo che nessuno possa negare la vera vocazione di quel territorio, ovvero il turismo.
Vocazione ma anche capacità e potenzialità di creare ricchezza di un turismo che noi riteniamo unico, per il paesaggio, per la posizione geografica e le opportunità offerte.
Fatto di spiagge e di stabilimenti balneari e di decine e decine di rimessaggi e darsene che operano sulle sponde del Magra e che magari, proprio perché consapevoli di essere all'interno di un Parco Naturale hanno rinnovato il loro modo di operare nel corso degli anni cercando di qualificarsi.
Eppure ogni anno, seppure per opera di attori diversi, il tema del dragaggio torna a far parlare di sé e purtroppo quasi sempre a stagione avviata, quando ormai, come si dice, "il danno è fatto".
Dragaggio necessario sia per chi opera nella produzione ma anche per i tanti operatori della nautica, ma non più e non certo a queste condizioni.
Per questo chiediamo al Comune di Ameglia e al Parco del Magra, entrambi per l'evidente ruolo strategico, di adoperarsi affinchè sin da settembre sia creato un gruppo di confronto e lavoro per affrontare e, aggiungiamo, "risolvere" le questioni legate al dragaggio, ovvero alla possibilità di tutti gli operatori di poter fare il proprio lavoro, siano essi darsene, cantieri o balneatori, e affrontare al contempo quella dei rifiuti che ad ogni piccola piena il fiume porta con sè, riversandoli sulle spiagge e creando problemi sì ambientali ma anche di sicurezza lungo il letto del fiume.