Il territorio spezzino ha passato un'altra notte di paura, preannunciata con l'emanazione dello stato di allerta 1 previsto dalle 24 alle 18 di oggi ed ora prorogato fino alla mezzanotte.
Ortonovo e il territorio di confine con la Toscana hanno subito i danni maggiori con l'esondazione del Parmignola e dei canali laterali. "Quanto è successo - dichiara il Commissario straordinario della Provincia della Spezia Marino Fiasella - è più preoccupante di quanto ci si aspettasse con l'emanazione dello Stato di Allerta 1. Dopo l'una di questa notte si sono registrati ingenti fenomeni piovosi soprattutto nella zona di Ortonovo dove una bomba d'acqua ha scaricato 60 mm di pioggia in un'ora, un dato incredibile addirittura paragonabile, relativamente alla frazione di tempo in cui è accaduto, a quello del 25 ottobre 2011. E' ormai palese che il territorio ed il suo reticolo idrografico non reggano questi fenomeni sempre più frequenti ed incontrollabili. Se da un lato risulta necessario potenziare al massimo le attività di manutenzione e pulizia dei canali, rese complicatissime dalla mancanza di risorse nelle casse degli enti competenti, dall'altro l'esperienza ci insegna che in situazioni come questa è necessario avere in loco il maggior numero di idrovore possibile. Grazie all'utilizzo di questa strumentazione si sta al momento asportando l'enorme quantitativo di acqua che ha invaso la zona di Ortonovo. Alla Regione chiedo di dotare i territori di idrovore affinché non si debba attendere il tempo del trasporto da Genova e si possa intervenire in maniera tempestiva. Sottolineo infine un altro aspetto: in Val di Magra esiste un reticolo idrografico superficiale, certamente insufficiente, ma potenzialmente capace di mitigare le conseguenze di fenomeni alluvionali come quello di questa notte che ha provocato ingenti danni e messo in ginocchio per la seconda volta in poche settimane una porzione di territorio. Ritengo a questo proposito che sia necessario assegnare risorse all'Ente gestore del reticolo, il Consorzio di bonifica Canale Lunense, che attraverso una capillare opera di manutenzione, resa ora difficoltosa proprio a causa della mancanza di denaro, potrebbe diventare un modello di prevenzione per tutto il territorio regionale. Il Consorzio deve tornare ad essere effettivamente un consorzio di bonifica e lo può fare solo avendo a disposizione le risorse necessarie alla manutenzione del reticolo. Di fronte alla fragilità manifesta del territorio non possiamo che adeguare gli strumenti di intervento e pianificazione, efficientando ciò che abbiamo a nostra disposizione. Il clima sta cambiando e noi dobbiamo cambiare con esso per difenderci dalle catastrofi che il nostro territorio ha subito negli ultimi anni."