Proprio alla vigilia di una nuova allerta "meteo", per fortuna senza gravi conseguenze, le comunità della Val di Vara e della Riviera spezzina hanno ricordato giovedì scorso il primo anno dalla disastrosa alluvione che distrusse vari paesi, facendo numerose vittime.
In entrambe le zone colpite, le numerose celebrazioni civili si sono unite a quelle di carattere religioso, che hanno visto nelle chiese della località colpite una grande partecipazione di fedeli. La diocesi ha inteso porre idealmente il ricordo di quanti sono morti in quella tragica circostanza, e insieme la volontà di rinascita delle comunità colpite sotto la protezione della Vergine Maria. In Val di Vara, da venerdì 19 a domenica 20 ottobre, c'è stata una "peregrinatio Mariae", con la venerata immagine della Madonna di Roverano che ha percorso, tra fitte ali di folla, le strade di L'Ago, di Rocchetta Vara, di Brugnato, di Borghetto Vara, di Ripalta, di Cassana, di Pogliasca, di Padivarma e di Beverino. A Monterosso al mare è stata portata in processione l'immagine della Madonna di Soviore, patrona della diocesi. A quell'immagine, giovedì pomeriggio, ha fatto riferimento il vescovo emerito Bassano Staffieri nell'omelia tenuta a Monterosso: "la Madonna di Soviore che tiene tra le braccia Gesù deposto dalla croce - ha detto Staffieri – ci ricorda come tutti ci sentiamo nelle braccia di Maria, ed a Lei affidiamo dunque Sandro Usai (il volontario rimasto ucciso mentre portava soccorso alla popolazione n.d.r.) e tutte le persone che hanno particolarmente sofferto". A Borghetto Vara ha parlato l'amministratore diocesano Giorgio Rebecchi, il quale ha voluto ricordare il grande impegno della diocesi a sostegno di quanti sono stati colpiti, impegno esercitato personalmente dall'allora vescovo Francesco Moraglia, oggi patriarca di Venezia. Gli stessi seminaristi – ha ricordato Rebecchi - vennero inviati per più giorni a collaborare all'opera di soccorso, spalando fango e portando parole di conforto per chi soffriva.