I pescatori liguri e toscani sono in stato di agitazione per la mancata attivazione della pesca al rossetto e chiedono supporto al governo affinché intervenga presso la burocrazia europea per poter lavorare. Una protesta che riceve pieno sostegno da Coldiretti Impresa Pesca Liguria, che ha dato piena disponibilità alle autorità competenti per lavorare a una rapida risoluzione dello stallo.
"Altro che ripresa - protestano i pescatori liguri e toscani -. Anche quest'anno bisogna rivolgerci al cielo per poter lavorare. Siamo invasi da assurde normative europee e da burocrati zelanti che ignorano le leggi nazionali. La pesca del Rossetto è disciplinata dalla normativa europea attraverso la redazione dei Piani di Gestione dai quali, dopo studi, ricerche, monitoraggi ecc. risultano i seguenti dati: la pesca del rossetto costituisce fino al 70% del reddito delle imprese di pesca. E' praticata dal 1° Novembre al 31 Marzo. In tale periodo non sono sostenibili altre alternative lavorative. E' fonte di occupazione e reddito per circa 800 persone di cui 450 della produzione primaria (con un fatturato campagna di pesca 2014/2015 intorno a 1.500.000 di Euro) e 350 dell'indotto".
Secondo i pescatori, l'iter autorizzativo dovrebbe essere il seguente: il Piano di gestione redatto dalle istituzioni italiane deve essere approvato dalla Commissione Europea e ritornare in Italia per la definitiva concessione della pesca. "Per sistema o per premeditazione non sono stati sufficienti otto mesi e mezzo - continuano i pescatori - per tale concessione e ad oggi circa 800 persone non possono lavorare regolarmente. Insomma i tempi autorizzativi della normativa europea non permettono il rispetto delle normative nazionali e in particolare del principio fondamentale previsto dalla Costituzione: il lavoro. Il dato di fatto è che la Commissione Europea se ne frega dei Diritti Fondamentali degli italiani e i nostri governanti del Parlamento italiano ed europeo non tutelano i diritti delle loro comunità e non perseguono gli scopi economici e sociali previsti dalle leggi stesse. Nella nostra disperazione facciamo appello al Governo italiano perché ci permetta di lavorare; e al cielo, affinché si aprano cancelli i burocratici dalla terra, in modo da permettere ai nostri figli un futuro sostenibile".