In seguito a questa segnalazione, l'Ente Parco ha effettuato dei sopralluoghi attuati sia dalle Guardie del parco che dagli Agenti della Polizia provinciale sulle cinque strutture: quattro al Caprione (M.Branzi, Orto Botanico di M.Murlo, La Rocchetta, Cima Terroni) ed una nel comune di Beverino (Corticchia). E' risultato che su alcuni chiusini, non tutti, attualmente non in uso, compaiono purtroppo segni di vandalismo ma non sono mai presenti segni di pastura per il foraggiamento.
I chiusini sono strutture di cui il Parco si è dotato fin dal 2006 per gestire il più efficientemente possibile il Cinghiale, specie, di grande interesse per il mondo venatorio, ma anche di notevole importanza per gli impatti che può provocare sugli ecosistemi, sulle proprietà e gli interessi economici della comunità che risiede e/o lavora o si trova a visitare il territorio del Parco. I chiusini, realizzati dal Parco su terreni privati in accordo con i proprietari, sono serviti fino al 2013, per realizzare un programma di cattura e marcatura, utile sia per limitare sempre più i danni e i disagi causati da questi ungulati, sia per controllarli e monitorarli.
In pratica i chiusini sono serviti ad attuare un "foraggiamento dissuasivo" degli animali, allontanandoli da aree critiche, ed anche a catturarli e marcarli per monitorarne numero e spostamenti. Tutte ciò è stato realizzato dal parco in base a protocolli dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)e con la collaborazione con personale provinciale e con gli stessi selecontrollori del parco.
Le attività di foraggiamento dissuasivo e monitoraggio dei cinghiali sono previste dall'attuale REGOLAMENTO DI CONTROLLO E GESTIONE DEL CINGHIALE del Parco, approvato dall' ISPRA, anche se le ristrettezze economiche degli ultimi due anni ne hanno provocato la sospensione.
Ben diverso è il discorso riguardante il foraggiamento artificiale che abbia altri scopi e, soprattutto, attuato in maniera non controllata. Questa pratica, che prima si è tentato di limitare con norme regionali o provinciali in diverse parti d'Italia, ha oggi assunto una tale importanza da produrre la richiesta di modifica alla legge 157/92, la legge sulla caccia, al fine di vietarlo su tutto il territorio nazionale. Il disegno di legge ha fatto il suo primo passaggio alla Camera e al Senato nel 2014.