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Messaggio del Vescovo Luigi Ernesto Palletti per la Quaresima (seconda parte) In evidenza

Pubblichiamo di seguito la seconda parte del messaggio che il vescovo diocesano monsignor Luigi Ernesto Palletti ha rivolto alla diocesi per il tempo di Quaresima. (La prima parte al link: http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=33208:messaggio-del-vescovo-luigi-ernesto-palletti-per-la-quaresima&Itemid=9889)

 

 

di Ernesto Luigi Paletti- La Preghiera. L'invito alla preghiera è fondamentale. Da sempre è sostegno vitale dei discepoli del Vangelo. Proprio in questi giorni, in modo drammatico ma anche con una testimonianza veramente alta, abbiamo appreso come molti cristiani abbiano affrontato il martirio proprio affidandosi al Signore Gesù nell'invocazione del suo Nome: «Gesù, aiutami!». Facciamo dunque nostra questa preghiera e, nel silenzio dell'intimità con Dio che dobbiamo affrettarci a ritrovare, abituiamoci a ripetere, con fiducia, l'antica e sempre efficace invocazione: «Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi peccatori!», così come ci viene consegnata dalla tradizione orante della Chiesa, specialmente quella d'Oriente. L'elevare al Signore – con fede e perseveranza – questa invocazione, sia uno degli impegni primari di questa Quaresima, nella speranza che essa divenga anche una "santa compagna di viaggio" per tutta la nostra vita (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2665–2669).

Il digiuno. Elemento di purificazione e di penitenza, il digiuno trova nell'insegnamento evangelico di Gesù il senso pieno del suo compimento. Lontano da ogni ostentazione, viene infatti offerto al «Padre che vede nel segreto» come gesto che ci dispone a lasciarci avvolgere dall'abbraccio della sua misericordia. Esso coinvolge dunque la totalità dell'uomo, nel corpo e nello spirito. Da una parte, infatti, esige una realtà interiore segnata dalla volontà di sincera conversione, aperta alla luce di Dio e disponibile a vivere i suoi comandamenti come segno di vero amore ricevuto e donato. Dall'altra chiede di essere vissuto anche nella dimensione della corporeità. E questo non solo per il fatto che tutto l'uomo ha continuo bisogno di purificazione, ma anche perché ciò può diventare partecipazione vera all'offerta che Gesù fa di se stesso al Padre per la santificazione dei fratelli. L'apostolo Paolo ce lo ricorda nella sua lettera ai Romani (12, 1): «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale». Proprio per questo mi permetto di rivolgere a tutti l'invito a prendere in seria considerazione la proposta di non limitarsi ai due giorni di digiuno che la Chiesa già chiede – ovvero il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo – ma di estenderlo generosamente a tutti i venerdì di questa Quaresima. Ovviamente tenendo conto dell'età, delle condizioni di salute o di particolari necessità e/o opportunità contingenti.

L'elemosina. «Anche se dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe». Così scrive l'Apostolo Paolo nella sua prima lettera ai Corinti (13, 3). Per noi poi risuona con ancora maggior forza la parola viva di Gesù: «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto» (Matteo 25, 35). Veramente, come afferma san Giovanni della Croce, «alla sera della vita saremo giudicati sull'amore». Tutto ciò diventa, per il discepolo di Cristo, non solo motivo di solidarietà, ma soprattutto segno di identità e di appartenenza, nella comunità, e con la comunità nei confronti di ogni essere umano. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Giovanni 13, 35). Mi sembra opportuno indicare qui le iniziative di sostegno concreto che la Caritas diocesana e l'ufficio Missionario vengono a proporre affinché il nostro impegno di cammino e di conversione possa esprimersi anche con un gesto tangibile di vera vicinanza cristiana a chi realmente vive nella necessità e nel bisogno.

Questi gli obiettivi:

* Sostegno ai progetti sociali del missionario fratel Marco Cosini, presente e operante in Nazareth;

* Sostegno alle famiglie in difficoltà e alla scolarizzazione dei richiedenti asilo presso le strutture della Caritas diocesana.

A conclusione di questo messaggio rinnovo ancora l'invito a perseverare nella preghiera, accompagnando così il difficile cammino di testimonianza di tanti fratelli e sorelle perseguitati per la fede in Cristo, invocando che la luce della verità e dell'amore possa sconfiggere le tenebre del male e ottenere così anche la conversione del cuore dei violenti. Per tutti noi chiedo al Signore la grazia di una continua conversione e di una serena testimonianza che ci permetta di giungere realmente rinnovati a celebrare insieme il grande Mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore Gesù.

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