Non possiamo però rinunciare al nostro ruolo di stimolo e formuliamo alcune richieste alla luce di quanto accaduto.
La prima riguarda l'informazione in materia ambientale. Dell'antenna i cittadini sono venuti a conoscenza solo per la determinazione di alcuni abitanti che hanno posto domande pressanti nel corso di un'assemblea della Consulta dei Grisei, quando l'iter della pratica era già in piedi.
I cittadini si sono mobilitati e hanno trovato dapprima sostegno nel Comitato e nelle associazioni. Non negli uffici o negli organi comunali. Non dobbiamo dimenticare che la commissione paesistica ha dato per ben due volte parere positivo senza neppure pretendere dalle società di telefonia un fotoinserimento degli impianti nel contesto incontaminato della collina dei Cappuccini. Neppure l'ufficio tecnico e l'ufficio ambiente del Comune hanno preteso una documentazione più seria.
L'unico apporto tecnico è stato prodotto dall'architetto Roberta Mosti in Conferenza dei servizi. Per il futuro chiediamo che, oltre all'informazione, gli uffici prendano a cuore i diritti (paesaggio e tutela della salute secondo il principio di precauzione) dei cittadini.
Sempre sull'informazione ribadiamo la richiesta di inserire sul sito del Comune la mappa delle fonti di inquinamento elettromagnetico (telefonia, elettrodotti) e i dati dei rilevamenti dell'Arpal. Infine chiediamo all'Amministrazione, che ha imboccato la strada positiva del Piano delle Antenne, di perseguire anche il Protocollo d'intesa con Ministero delle Comunicazioni, Anci, Regione e Arpal.
Non sono strumenti in contrasto tra loro: il Piano razionalizza gli impianti sul territorio. Il secondo ci permetterebbe di avere strumenti per il monitoraggio continuo del livello d'inquinamento elettromagnetico su tutto il territorio e di accedere (particolare non trascurabile) a finanziamenti extra per le dotazioni di Arpal.