Così il Comune di Follo rinuncia ad impegnare risorse per l'infanzia (fosse anche il solo contributo, precedentemente previsto, per i consumi di luce ed acqua della struttura) ed anzi, affittando l'immobile, si propone di ricavarne un guadagno.
Sappiamo bene che le finanze degli Enti locali sono in sofferenza ma è proprio quando le risorse sono poche che si apprezza il senso e la qualità delle scelte: in questo caso la scelta operata parla da sola!
E' un'impostazione che rifiutiamo radicalmente, ritenendola grave e pericolosa.
Quando sono in gioco i servizi per l'infanzia, l'Ente locale dovrebbe valutare soprattutto la qualità e le garanzie professionali offerte da chi si candida; viceversa, in questo caso l'80% del punteggio è appannaggio di chi offre più soldi al Comune!
L'affittuario, a sua volta, sarà costretto a ricercare il massimo contenimento delle spese e la massimizzazione dei ricavi, il che significa:
- nessuna garanzia per un contenimento delle rette a carico delle famiglie, salvo un generico impegno a garantire "tariffe agevolate per le fasce più deboli della popolazione in base al reddito";
- prevedibili gravi difficoltà a rispettare l'applicazione del contratto collettivo di lavoro e le normative regionali in materia di organizzazione dei nidi d'infanzia.
Non a caso, la cooperativa sociale che dal 2006 ad oggi ha gestito il servizio ha comunicato la propria impossibilità a partecipare all'asta!
Né sappiamo chi altri possa parteciparvi, rispettando tali regole, non taglieggiando gli utenti e non rimettendoci economicamente.
Per ora siamo solo certi del fatto che a Follo si è persa una buona occasione ed anzi si sta creando un pessimo, pericoloso precedente.
Dott. Enrico Casarino
Coordinatore Legacoop La Spezia