Si è svolto nella Sala Consiliare della Provincia un acceso confronto sulla caccia al capriolo, tema che ha sollevato nell'ultimo mese grande interesse e molto dibattito.
"Era doveroso – dichiara il Commissario straordinario della Provincia della Spezia Marino Fiasella – fare l'incontro di questa mattina, vista la portata della discussione e il grande interesse suscitato dalla decisione della Provincia di aprire la caccia di selezione al capriolo. Ho esordito prendendomi la responsabilità di aver divulgato poco tempestivamente le informazioni relative al provvedimento assunto. Il grande clamore scatenato mi ha imposto una doverosa riflessione seppur nella convinzione di aver agito e di dover agire nell'interesse di tutti e non solo di una parte. Quello di stamattina è stato un
confronto faticoso ma necessario. Faticoso perché denso di contenuti e delle comprensibili ragioni di tutte le parti in causa. Ho ribadito che
la Provincia non decide se il capriolo è una specie cacciabile ma applica linee guida regionali in un contesto normativo nazionale sulla base del quale elabora il piano faunistico venatorio, della cui bontà, anche sulla base delle discussioni affrontate, sono tuttora convinto. Seppur nell'ambito di una norma che, ripeto, non abbiamo fatto noi evidenzio che abbiamo comunque operato la scelta di abbassare la percentuale di capi cacciabili (5 %) al di sotto della soglia suggerita da ISPRA (dal 10 al 12%). Durante il dibattito di questa mattina ho inoltre dichiarato la nostra disponibilità e l'impegno a dare l'opportunità a tutti gli interessati di partecipare all'attività di censimento faunistico che si fa annualmente. Nel corso dei confronti fatti ho rilevato la volontà e la responsabilità mostrata dai cacciatori che con intelligenza hanno sempre tenuto un atteggiamento dialogante e non di chiusura con chi sosteneva tesi contrarie. Con lo stesso spirito dialogante e con l'obiettivo di raggiungere un clima di conciliazione, ho quindi deciso di accogliere la
sensata proposta di attendere l'esito del ricorso presentato al Tar e di sospendere dunque la delibera fino al 28 agosto, data del pronunciamento. Non accettare tale proposta significherebbe assumere un atteggiamento non dialogante rispetto ad una questione molto sentita. Il giudice è terzo rispetto al conflitto ed attenderne il pronunciamento è doveroso in un'ottica di ricerca del confronto e dialogo".