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Umiltà e carità nel servizio del diacono

Sono diventati diaconi Mikhail Cereghino, Manrico Mancini e Verich Marozza. La cerimonia, nella cattedrale spezzina di Cristo Re, è stata presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti e concelebrata dal vescovo emerito Bassano Staffieri e dal vescovo di Bubanza in Burundi Jean Ntagwarara, che in questo periodo si trova alla Spezia.

Mikhail, Manrico e Verich – ha detto Palletti nell'omelia – «hanno seguito un cammino di formazione e di discernimento. Si sono affidati alla Chiesa. Alla parola "vieni e seguimi!" hanno dato la loro risposta, ed ora sono chiamati ad essere dono per la Chiesa». Il servizio diaconale si caratterizza per due dimensioni principali: l'umiltà e la carità. «L'umiltà è necessaria perché non si dia neppure l'impressione di servirsi di Colui che si sta servendo. Il servizio diaconale è gratuito. La carità è fondamentale. Il diaconato non è solo una forma di meritevole assistenza verso gli altri... Il diacono si prende cura del bene integrale della persona, che riguarda sicuramente i bisogni primari ma, soprattutto, la salvezza eterna. C'è poi il servizio della Parola, in comunione col vescovo e in collaborazione con i sacerdoti della comunità». Accanto alla carità, il popolo cristiano deve vedere nel diacono la verità: «Parole ed opere devono essere conformi al Vangelo ed alla Tradizione della Chiesa. L'amore di Dio e del prossimo non devono essere mai messi in contrapposizione. Carità e verità sono le due colonne portanti. Sono necessarie la certezza della dottrina che si insegna e la cura della liturgia, che la Chiesa pone a garanzia della validità di ogni celebrazione. Il dono del celibato va custodito, a servizio di Dio e degli uomini. E' una testimonianza di fede e un anticipo della condizione del regno dei cieli». Il diacono deve inoltre curare il necessario rapporto personale di comunione con Dio: «La preghiera va modellata e scandita sulla liturgia delle ore, vissuta col popolo di Dio per la Chiesa e per il mondo. Bisogna conformarsi sempre più a Colui che è venuto non per essere servito, ma per servire. Da soli non possiamo fare nulla. Siamo stati pagati al caro prezzo della vita e del sangue di Gesù, morto e risorto per noi». Ha accompagnato il rito con maestria il coro di Santa Maria Assunta.

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