Nel post partita Andrea Lisuzzo usa tutta la sua esperienza per spiegare il pareggio di Modena ed il momento dello Spezia:
"E' stata una partita di carattere su un campo difficile, sapevamo che il Modena sta attraversando un buon momento di forma, mentre noi venivamo da una sconfitta che brucia ancora, ed oggi la voglia di far capire che la squadra non molla un centimetro era tanta. L'espulsione? Sul secondo magari l'arbitro poteva evitare, soprattutto sapendo che tipo di giocatore sono e visto che eravamo già in 10 e mancavano solo 3' al termine, ma quello che dispiace è non poter giocare in casa, dove sarà obbligatorio fare una grossa prestazione, e viste le assenze di Bianchetti e Madonna, essere assente mi pesa ancor di più. Tutti dicono che noi siamo i più forti, ma non lo siamo. Noi siamo una squadra che vuol giocare e che vuol giocarsela, ma che in questo momento deve fare di necessità virtù. Babacar? Sicuramente un attaccante di spessore dal futuro promettente, ma credo che alla fine se andiamo ad analizzare l'operato della nostra difesa, con me è Datkovic che componevamo una coppia inedita con 12 anni di differenza, possiamo essere soddisfatti di quanto fatto. Era importante dare continuità ai risultati e non prendere gol, poi le occasioni per portare a casa il risultato pieno le abbiamo avute, ma prima Pinsoglio è stato miracoloso su Bellomo, forse una delle parate più belle che abbia mai visto, ed in seguito Ferrari ha colpito una traversa che a tutti sembrava gol, pertanto anche noi oggi abbiamo detto la nostra, ma è un momento sicuramente complicato, in cui però abbiamo dimostrato di aver carattere per uscirne. I playoff? Sull'esperienza della scorsa stagione a Novara, ho imparato che non devo guardare la classifica, bisogna alzare la testa soltanto nelle ultime tre giornate, anche perchè avere i playoff come pensiero fisso può essere solo negativo, dato che nel 100% delle volte è il pensiero stesso che ti sottrae energie. Noi vogliamo lottare per entrarci, ma ora dobbiamo solo pensare a lavorare e a pensare partita dopo partita; non siamo ancora multitasking, non riusciamo a fare mille cose insieme, quindi pensiamo a fare una cosa per volta".