La Presidente della commissione territorio Federica Montaresi ha però assicurato la sua disponibilità ad accogliere tutti i contributi che perverranno.
Ecco le proposte del Comitato:
Al Sindaco
Al Consiglio Comunale di Sarzana
Ai consiglieri della Commissione Territorio
Oggetto: Osservazioni e proposte del Comitato Sarzana, che botta! sulla ex Colonia Olivetti
Premessa: codesta associazione ritiene che la salvaguardia di un bene pubblico, patrimonio comune della città, debba passare per un suo riutilizzo che sia finanziariamente sostenibile. Diciamo questo e pensiamo non solo alla ex Colonia Olivetti, ma anche a Villa Ollandini, ai Bozi di Saudino (che erano cave, cioè beni demaniali), la scuola di viale XXI Luglio e, perché no? l'ex mercato ortofrutticolo di piazza Terzi a motivo della necessità di rivedere le previsioni del Piano Botta almeno per la parte pubblica.
La sostenibilità finanziaria di ogni progetto deve accompagnarsi alla salvaguardia del valore storico, architettonico, paesaggistico e alla contestualizzazione del progetto nelle scelte di politica urbanistica dell'area in cui il bene insiste nel rispetto delle leggi vigenti.
Il richiamo alla "vigente legislazione" – formalmente contenuto anche nel primo paragrafo della Legge Regionale 2 del 2012 (Disciplina regionale in materia di demanio e patrimonio) – ci suggerisce una prima domanda: siamo sicuri che la ex Colonia Olivetti, bene sotto tutela culturale e architettonica, sia alienabile, cioè collocabile sul mercato? Come si pensa di superare il principio di inalienabilità dei beni appartenenti al "demanio culturale" sancito dal Decreto Legislativo 42 del 22 gennaio 2004 (art. 10 e 54)?
La particolare tutela del richiamato D.Lgsl. 42/2004 viene richiamata anche dal D.L. 112/2008 all'art. 58 comma 2, che, essendo normativa nazionale non è superabile da una legge regionale.
Insomma un conto è mettere in vendita l'ex liceo scientifico Pacinotti alla Spezia, bene del demanio pubblico non vincolato dalla Soprintendenza, altro conto è alienare la ex Colonia. La Regione li ha inseriti nello stesso pacchetto, assimilandoli. Fermo restando il vincolo dell'inalienabilità, si può pensare a una diversa "destinazione d'uso".
A questa decisione è chiamato il consiglio comunale. Come si comprende si tratta di decisione delicata. Il Consiglio comunale infatti non è chiamato a esprimere un "parere non vincolante" – come sostiene qualche amministratore – La competenza amministrativa sull'uso del territorio è in capo al Consiglio comunale in virtù della Costituzione. Il Consiglio deve esprimere un assenso. Quindi può esprimere un motivato dissenso. Per questo riteniamo grave che venga chiamato a decidere il futuro di un bene pubblico tanto rilevante non solo in piena estate, ma con tempi di confronto risicatissimi.
Per noi è necessario che il Consiglio comunale, le Consulte territoriali, le associazioni e la città, siano messi a conoscenza attraverso il sito Internet degli studi di mercato condotti dalla Regione, che stanno alla base della proposta di cambio di destinazione d'uso.
Si parla tanto di partecipazione, ma non si consente una partecipazione informata neppure ai
consiglieri comunali.
Nel formulare una scelta sul futuro della Colonia non si può neppure ignorare come fa la Regione e (ahinoi) il nostro Comune che, proprio per disegnare un diverso utilizzo di questo Bene Pubblico, solo cinque anni orsono codesti enti hanno finanziato uno studio degli architetti Giorgio Furter e Riccardo Sauvaigne (ne alleghiamo una sintesi esplicativa redatta dagli stessi professionisti e pubblicata sul nostro sito).
Dobbiamo pensare a uno spreco di denaro pubblico senza alcuna finalità oppure questo prodotto di qualità merita di essere considerato all'interno del dibattito? Chiediamo di negare l'assenso al progetto Arte Genova.
Alla luce di queste osservazioni si chiede al Consiglio Comunale di non concedere l'assenso e di aprire un confronto serio con la Regione, facendo partecipare la città, se alla partecipazione non si crede solo a chiacchiere, chiedendo in questo il sostegno dei consiglieri regionali sarzanesi.
Se anche ciò non fosse possibile, in subordine si propone al consiglio comunale – che vogliamo pensare compatto nel difendere i beni comuni – di approvare contestualmente un ordine del giorno che impegni l'amministrazione comunale a garantire per i prossimi 99 anni la fruizione pubblica del parco annesso alla Colonia e di tutto il tratto di litorale antistante, oggi uno dei pochi tratti di spiaggia libera rimasta, al fine di scongiurare manovre di pura speculazione finanziaria.
Sarzana, 20 luglio 2012 Il Comitato Sarzana, che Botta!