"E' stato un confronto difficile, perché la scuola, dopo i tagli e l'assenza di progettualità di questi anni, è un calderone che ribolle, ma utile per tutti", ha commentato il vicepresidente di Mediterraneo Gianluca Solfaroli. Pagano, nell'introduzione, ha insistito su due punti. Il primo: "rifinanziare la scuola pubblica, con un piano neokeynesiano su cui chiedere un contributo a quel 10% delle famiglie che possiede il 46% della ricchezza italiana". Il secondo: "puntare alla qualità, ridare alla scuola una missione, un ruolo, un'anima, per il futuro dei giovani e del Paese: serve una riflessione strategica che coinvolga tutto il mondo della scuola e della cultura". Il Ministro ha risposto su entrambi i punti: "da cinquant'anni, cioè dalla riforma della scuola media, non c'è stato nulla di innovativo nella scuola italiana, solo tagli: ora dico no a ulteriori tagli". Anche se, sollecitata dal dibattito, ha ammesso che "stiamo cercando le risorse per il contratto nazionale e per l'assunzione di tutti i precari, ma non le abbiamo ancora trovate". Sul secondo punto, la Carrozza ha detto che sta per essere lanciata una "Costituente della scuola, aperta a associazioni e sindacati, con il compito di ripensare il futuro della scuola, e di uscire da una logica novecentesca". E si è soffermata sulle "tre principali sfide": le nuove tecnologie, che "spingono a una nuova forma di scuola, a nuove tecniche didattiche, a una nuova organizzazione didattica, per cui non ci sarà più la scuola della cattedra, dei banchi, della penna e dei libri"; l'integrazione dei bambini stranieri, "per costruire la nuova cittadinanza europea"; i cambiamenti nel mondo del lavoro, che comportano "la formazione permanente, il fatto che si andrà a scuola tutta la vita". Il Ministro ha così concluso: "per evitare il baratro l'Italia deve rimanere un Paese manifatturiero e deve puntare sul patrimonio culturale, per questo ha bisogno della scuola: altrimenti non ci saranno né industria né cultura".