Ci ha lasciato Amelio, che per sempre ricorderemo in quella fotografia in via Chiodo, alla testa dei partigiani che per primi entrarono nella Spezia liberata. Inconfondibile, per il suo portamento e la forza che anche in quella foto continua a trasmettere. Fu anche tra coloro che si spesero nel sostegno ai profughi ebrei che partirono dalla Spezia alla volta di Israele. E per questo esattamente un anno fa, vincendo la sua ritrosia, lo abbiamo voluto premiare nel corso del Premio Exodus. Con Amelio se ne va una delle parti più straordinarie della storia partigiana del nostro territorio. Da allora è stato partigiano, comandante partigiano per sempre. Quegli ideali per cui ragazzo aveva combattuto sui monti, li ha vissuti e praticati ogni attimo della sua lunga vita. Ci ha lasciati un grande amico. Un uomo buono e forte che ha rappresentato tanto nella vita di tutti noi, di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di entrare in contatto con lui. Lasciava una segno indelebile in tutti quelli che incontrava, tanto più potente perché lo faceva proprio grazie all'asciuttezza, alla discrezione e al rigore che lo rendevano speciale. Amelio era così. Con quella fierezza, quella misura, quella rara e sconfinata umanità, se ti prendeva sotto la propria ala non ti lasciava più. Era un uomo generoso e disinteressato. I ragazzi di cui era stato comandante durante la Resistenza hanno potuto continuare a contare su di lui, per tutta la vita. Erano la sua famiglia, i suoi ragazzi. Non li ha mai abbandonati. Durante la guerra e dopo. Anche quando lo abbiamo premiato in Sala Dante in occasione del Premio Exodus ne ho avuto la conferma da alcuni di questi suoi vecchi compagni che erano venuti a salutarlo. "Nobile esempio di solidarietà che accomuna gli uomini rendendoli fratelli." Questa la frase che avevamo scelto nella motivazione di quel premio. Rimarrà nei nostri cuori. "Grazie Amelio, Spezia ti vuole bene"