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GREEN SEA PROJECT, inizia la riforestazione della Posidonia oceanica nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre In evidenza

Importante per la biodiversità, ma anche per proteggere le coste dall'erosione.

L'Area Marina Protetta delle Cinque Terre ancora più verde, grazie al nuovo progetto "GREEN SEA" di riforestazione della Posidonia oceanica, pianta che si sviluppa in praterie sottomarine, dando vita ad ecosistemi che rivestono un ruolo ecologico importante per la conservazione della biodiversità, per la produzione di ossigeno e per la protezione dall'erosione costiera.

Il progetto, che si svilupperà nell'arco di tre anni nel sito di intervento individuato nella zona di Monterosso al mare, è sostenuto da Fondazione Deutsche Bank Italia e realizzato dall'International School for Scientific Diving (ISSD – ETS), con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell'Università di Genova (DISTAV). La tecnica di riforestazione che sarà adottata nell'ambito della collaborazione è stata sviluppata dalla ISSD e nasce dall'idea di utilizzare materiali e replicare metodi già impiegati con successo nell'ambiente terrestre, nel settore dell'ingegneria naturalistica.

L'impianto prevede il posizionamento di geocompositi biodegradabili (biostuoie) costituiti da reti in fibra di cocco su una superficie totale di 100 m2 al fine di ripristinare porzioni del posidonieto esistente. Sulle reti verranno ancorate manualmente da personale qualificato (biologi ISSD e DISTAV) circa 2.000 talee di Posidonia reperite tra quelle già scalzate a causa delle mareggiate o degli ancoraggi. Altro tassello importante sarà la fase di monitoraggio che avrà una durata di almeno due anni al fine di verificare il successo dell'intervento in termini di attecchimento e sopravvivenza delle piante.

Circa il 25% delle specie marine del Mediterraneo trova dimora in questi "polmoni verdi", veri e propri hotspot di biodiversità, capaci di offrire aree di riproduzione, nursery e habitat permanenti. Le praterie di Posidonia oceanica fanno molto per noi: si stima che ogni metro quadrato può generare quotidianamente da 4 a 20 litri di ossigeno e produrre circa 20 tonnellate di sostanza organica all'anno per ettaro.
Purtroppo, a causa dell'intensa pressione antropica, come ad esempio ancoraggi, acquacoltura, pesca a strascico, posa di cavi e condutture sottomarine, delle alterazioni ambientali e del riscaldamento globale, le praterie di Posidonia stanno subendo un forte degrado strutturale in tutto il mondo. Un allarmante e crescente declino è stato segnalato nel Mar Mediterraneo, soprattutto nella parte nord-occidentale, dove molte praterie sono già andate perse negli ultimi 50-60 anni.

Fortunatamente le politiche di conservazione rafforzate negli ultimi decenni hanno favorito il recupero naturale di alcune praterie del Mar Mediterraneo, interrompendo e talvolta invertendo la tendenza generale al declino. In questo contesto si inserisce il Progetto GREEN SEA nel sito dell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre, luogo ideale per questo intervento di ripristino ambientale.

Nel decennio in corso che le Nazioni Unite hanno voluto dedicare alla "Scienza degli Oceani per uno sviluppo sostenibile" il mar Mediterraneo è diventato il laboratorio mondiale di una sfida che si basa sul restauro degli ecosistemi ("Ecosystem restoration"). Conservare e ripristinare la biodiversità marina è necessario per mantenere la straordinaria capacità di produrre benefici essenziali del mare per la nostra vita, come produrre il 50% dell'ossigeno che respiriamo, depurare le acque, sequestrare carbonio e mitigare i cambiamenti climatici, produrre cibo di qualità e mantenere integre le coste garantendone la balneabilità. Oggi anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie green e blu, siamo in grado di riparare il danno fatto negli ultimi decenni e avviare progetti di ripristino e restauro del capitale naturale che è stato perso.

"Ogni metro quadrato in più di Posidonia sul nostro fondale marino – dichiara Donatella Bianchi, Presidente del Parco nazionale Area Marina Protetta delle Cinque Terre – è una boccata di ossigeno, per la biodiversità ma anche per l'economia e lo sviluppo sostenibile. Perché questa pianta è fondamentale per quei servizi ecosistemici da cui ogni giorno traiamo benefici diretti e indiretti. Mentre a terra ci occupiamo della manutenzione e del ripristino dei sentieri e dei crinali a mare contribuiamo a ripristinare quegli habitat che negli anni sono stati danneggiati da fattori endogeni ed esogeni. Ringrazio tutti i partner del Green Sea Project per aver scelto come sito pilota l'AMP Cinque Terre, evidenziando ancora una volta il ruolo dell'area marina protetta come laboratorio in cui sperimentare nuove soluzioni di conservazione e resilienza sia dei sistemi naturali che del rapporto tra uomo e natura."

"L'Area Marina Protetta delle Cinque Terre offre le condizioni ideali per questo intervento di riforestazione - sottolinea Monica Montefalcone, PhD in Scienze del Mare Professore Associato in Ecologia Seascape Ecology Lab, DiSTAV, Università di Genova - L'informazione storica sulla prateria di Posidonia presente a Monterosso al mare ha preso avvio a cavallo tra gli anni '80 e '90, agli albori dell'istituzione dell'Area Protetta. Si tratta di un bagaglio conoscitivo prezioso che ci permette di comprenderne l'andamento e seguirne l'evoluzione nel tempo, condizione ideale per pianificare le future proposte di conservazione e recupero di porzioni di prateria perdute a causa della forte pressione antropica degli ultimi 50 anni."

"Siamo particolarmente orgogliosi di portare avanti questo progetto nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre, con il supporto del DISTAV e il sostegno Fondazione Deutsche Bank Italia, anche per l'importanza scientifica che la prateria di Posidonia oceanica di Monterosso riveste nel contesto del Levante Ligure – Dichiara Stefano Acunto, Direttore di ISSD - La tecnica di riforestazione che prenderà avvio nelle prossime settimane alle Cinque Terre, è stata ideata da ISSD e prevede una serie di azioni che sono state già sperimentate con successo in altri siti in Liguria, Toscana e Sardegna".

 

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