Nel 2022 i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente secondo la CGIA Mestre sono stati 465.0001, pari all'11,5 per cento della popolazione presente nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni. Sempre nello stesso anno, invece, i cosiddetti "cervelli in fuga" che se ne sono andati dal nostro Paese per trasferirsi all'estero sono stati 55.500. In buona sostanza i primi sono un numero 8 volte superiore a quello dei secondi. L'Ufficio Formazione di Confartigianato evidenzia queste due problematiche estremamente delicate che, tuttavia, continuano ad avere, da parte dell'opinione pubblica, livelli di attenzione molto diversi. Se la dispersione scolastica purtroppo non è ancora avvertita come una piaga educativa con un costo sociale spaventoso, la "fuga" all'estero di tanti giovani, invece, lo è, sebbene il numero della prima criticità sia molto superiore a quello della seconda.
"Per tante Pmi - spiega Eleonora Landi, Ufficio Formazione Confartigianato - sarà difficile trovare personale preparato, la crisi demografica in corso e la "rivoluzione digitale" ormai alle porte, avrà delle ricadute pesantissime per le nostre imprese. Con sempre meno giovani e per una parte importante di essi con un livello di istruzione insufficiente, per tantissime Pmi trovare del personale preparato da inserire nei processi produttivi sarà una mission impossibile".
L'Ufficio Formazione Confartigianato che organizza mensilmente corsi di formazione evidenzia che una elevata povertà educativa, secondo gli esperti, va di pari passo con la povertà economica. Le cause che determinano la "fuga" dai banchi di scuola sono principalmente culturali, sociali ed economiche: i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con un basso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi che li porta a conseguire almeno il diploma di maturità.
Confartigianato propone alle famiglie di valutare i corsi professionalizzanti per imparare un lavoro e potersi inserire nelle attività che attualmente cercano manodopera. "Va altresì segnalato che talvolta - prosegue Landi - l'abbandono scolastico può essere causato da una insoddisfazione per l'offerta formativa disponibile. In questo senso va sottolineato lo straordinario lavoro inclusivo svolto dagli istituti di Istruzione e Formazione Professionale, come alla Spezia la nostra Formimpresa, queste realtà sono diventate un punto di riferimento per gli allievi appartenenti a categorie fragili. Scuole che grazie allo straordinario lavoro "antidispersivo" svolto, andrebbero sostenute con maggiori risorse di quante ne sono messe a disposizione".