Il settore della vigilanza privata sta vivendo un periodo di profonda trasformazione.
Nel corso del 2023 è stato finalmente rinnovato il CCNL di settore dopo ben 8 anni.
Nonostante questo rinnovo, che garantisce ad oltre 100.000 lavoratori a livello nazionale un aumento pari a 140 euro ed una massa salariale aggiuntiva di più di 3000 euro lordi al termine dei 3 anni di vigenza, la situazione per il settore è ancora in piena evoluzione.
A seguito delle svariate sentenze che riconoscono che la paga degli operatori di sicurezza non sia idonea al dettato Costituzionale, in particolare rispetto all’art. 36 della Costituzione (“il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”), l’Organizzazione sindacale UILTuCS ha aperto procedimenti in tutte le questure d’Italia contro lo sfruttamento del lavoro da parte delle aziende che operano nel settore della sicurezza privata.
Questo ha comportato l’intervento della questura in diversi territori, in particolare in Lombardia, e la conseguente apertura di un tavolo al Ministero del Lavoro per migliorare le condizioni economiche del settore.
Le indagini hanno messo in evidenza fenomeni di intermediazione illegale di manodopera e sfruttamento dei dipendenti approfittando del loro stato di bisogno.
In questi anni le aziende di questo tipo (servizi fiduciari) hanno invaso il mercato grazie ai bassi costi, svolgendo molto spesso compiti e mansioni che dovrebbero essere destinati alle guardie armate.
I lavoratori hanno subito minacce e intimidazioni se si lamentavano dei turni massacranti, riposi saltati e ferie non godute.
Se si vogliono servizi più qualificati è necessario anzitutto interrompere la corsa al ribasso delle gare di appalto, in particolare quelle pubbliche e premiare quelle realtà che investono nella formazione del personale e nelle nuove tecnologie mantenendo un occhio di riguardo al sostentamento economico dei propri dipendenti.
Riteniamo necessarao quindi una razionalizzazione delle regole che coinvolga le pubbliche amministrazioni, le aziende e il sindacato.
Anche per questi problemi di natura economica, insieme alla scarsa formazione, il settore della vigilanza sta vivendo un serio problema di attrattività rispetto alle nuove assunzioni, in particolare rispetto ai giovani.
In un quadro complessivo così delicato la UILTuCS Liguria nella data del 24/10/2023 durante un proprio attivo dei delegati del settore ha presentato una piattaforma di rivendicazione per l’istituzione di un contratto integrativo regionale del settore.
L’obiettivo è quello di uniformare e migliorare la situazione economica del settore della vigilanza privata su tutto il territorio ligure, rendendo nuovamente questo settore attrattivo anche per le giovani generazioni.
In questo momento infatti i lavoratori del settore subiscono anche delle differenziazioni in base al territorio dove prestano il loro servizio: in particolare rispetto alle erogazioni di Welfare come i cosiddetti “buoni pasto”.
La vigilanza, insieme a tutto il settore del terziario dei servizi, rimane nel complesso un settore esposto ai cambiamenti sia per dinamiche interne, come i cambi d’appalto, sia per le dinamiche esterne.
Il 2022 ed il repentino aumento dell’inflazione ed il conseguente aumento dei tassi di interesse, sono la prova di come gli otto anni trascorsi in attesa di un rinnovo contrattuale non siano accettabili, anche considerati i bassi salari tipici del settore.
La volontà della UILTuCS è quella di tutelare i lavoratori e garantire loro una qualità della vita economica e sociale che sia all’altezza di un settore d’importanza strategica (porti, aeroporti, tribunali, ospedali, siti sensibili etc.) e di un paese che voglia considerarsi civile.
Giacomo Battistelli, segretario Uiltucs La Spezia
Giovanni Giacché, coordinatore vigilanza Uiltucs