L’Azione cattolica diocesana ha tenuto al monastero di Castellazzo un ritiro di Quaresima per adulti e giovani, guidato da don Gianluca Zurra, assistente nazionale per il settore Giovani. Tema dell’incontro è stato “Nuovi inizi: la Chiesa ai tempi degli Atti degli apostoli”.
Don Gianluca ci ha “consegnato” tre parole: memoria, ospitalità e cura. La memoria - che non è nostalgia portatrice di lacrime e di rimpianto – come vera memoria che, anche se dolorosa, ci spinge a rinascere. Gli undici, dopo aver visto Gesù salire al cielo, tornano a Gerusalemme e si riuniscono nel Cenacolo insieme a Maria, Sono tristi e spaesati, ma pian piano iniziano a fare memoria degli avvenimenti passati, ricordano tutto ciò che Gesù ha loro insegnato e quanto li abbia amati. L’ospitalità è invece il luogo per eccellenza della rivelazione di Dio. Nella Genesi Abramo, alle querce di Mamre, riceve la visita inattesa di tre uomini. Era stato appena circonciso ma, sebbene dolorante, appena li vede corre loro incontro e offre un riparo, cibo ed acqua. Accogliere dei pellegrini sconosciuti è accogliere il Signore. La lettera agli Ebrei pone l’uno accanto all’altro amore fraterno e ospitalità: significa aprire la propria casa non soltanto per dare aiuto, ma fare spazio e permettere di entrare dentro, nel “nostro cuore”.
Al capitolo 10 degli Atti degli apostoli si racconta l’incontro di Pietro nella casa del pagano Cornelio, da poco convertito. Ebbene, la prima Chiesa parte dalla fiducia nello straniero tramite l’incontro ospitale con il nuovo. Per introdurre la “cura”, don Zurra cita poi Cesare Pavese: “Tu sarai amato il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza”. E’ il significato della fiducia reciproca: non aver paura di mostrare le proprie debolezze, di mettersi a nudo, per poter prenderci cura dell’altro.
Così Gesù si prende cura degli apostoli apparendo ad alcuni di loro, che avevano trascorso la notte a pescare senza fortuna. Gesù accende un fuoco sulla riva e cucina per loro del pesce. Ancora Gesù si prende cura di Maria di Magdala al sepolcro vuoto, mentre piange disperata. La chiama per nome e così Maria lo riconosce e si sente amata e confortata. La Chiesa ha proprio il compito di annunciare il Vangelo e di prendersi cura dei propri figli, spronandoli ad accogliersi gli uni gli altri, perché consapevoli che c’è Qualcuno che da sempre si è preso cura di loro.
Ornella Bertoni e Stefania Violi