"Ma quali interessi di bottega, noi difendiamo i lavoratori", così Stefano Bettalli, Segretario generale della Filt Cgil, risponde a Fit Cisl e Uiltrasporti.
"Confermiamo di aver condiviso un percorso unitario sui contenuti dell'intesa poi sottoscritta solo da Cisl e Uil con LSCT. Il nostro mancato consenso nasce dal fatto che l'Azienda si è rifiutata di fornire dati sulle prospettive future è non si è presa alcun impegno di riconoscimento di nessuno tipo nel caso in cui ci fosse una forte ripresa del lavoro. Ripresa che, se avverrà come noi auspichiamo, comporterà turni massacranti in estate e senza ritorno economico, col rischio più che probabile, che mentre ai lavoratori si chiede un ulteriore sacrificio, l'Azienda stessa chiuda la fine dell'anno con un utile importante e risparmi pure sui salari".
"Bastava che l'Azienda trovasse il modo di inserire una clausola e spiegasse i dati (cosa peraltro ampiamente promessa ad inizio trattativa). La scusa di non volerli fornire a causa della fuga di notizie sui giornali, di cui ci siamo assunti la piena responsabilità al tavolo (altro che fuggire), ci è sembrata una sorta di ripicca. Noi non disconosciamo i contenuti dell'accordo e nemmeno non siamo disponibili a non fare sacrifici, ma riteniamo opportuno che qualora tale sacrificio si faccia debba avere un riconoscimento con forme da concordare. Su questi temi siamo pronti al confronto con l'Azienda al tavolo (se c'è volontà di farlo), e con Cisl e Uil di fronte ai lavoratori in assemblea (anche qui se c'è volontà)."
Continua ancora Bettalli: "Non abbiamo giudicato la scelta di Cisl e Uil (questo lo faranno semmai i lavoratori), ma abbiamo contestato le Aziende e quanto attuato, sia nel caso di LSCT che il più recente caso di Eagle Services. A noi pare fin troppo evidente che quanto sta accadendo nel Porto di Spezia sia frutto di un mutamento di politica gestionale del terminalista, che non è più intenzionato a fare "da mamma" a tutto il sistema. Ciò sta comportando le difficoltà degli art 16, e dei loro lavoratori, che vanno messi in sicurezza, ma crediamo sia giusto anche interrogarsi se il comportamento di LSCT, che macina da anni milioni di utili, in una concessione pubblica, in un territorio che non è casa sua, sia di buon senso. Nessuna legge impedisce a LSCT tale comportamento, però allora si faccia chiarezza, e si decida se si vuole interiorizzare tutti i segmenti di attività portuale, oppure procedere con appalti diversi o nuovi tramite anche proprie controllate. "
Conclude il segretario della Filt Cgil: "Quello che non è di buon senso fare è abbassare i costi sulla pelle degli imprenditori locali e dei lavoratori. Se l'obiettivo di LSCT è fare utili, per la Filt Cgil è la difesa del Porto di Spezia, dei suoi lavoratori e del loro salario, delle imprese del territorio. Questo è quello che deve fare un sindacato moderno, responsabile e legato al territorio, e crediamo, soprattutto, che avallare certe scelte possa acuire la sempre più marcata mancanza di fiducia tra lavoratori del terminal e Azienda."