"È inaudito che l'Azienda Eagles Service licenzi 4 apprendisti senza prima ricorrere alla cassa integrazione" - così Stefano Bettalli, Segretario Generale Filt Cgil, che continua - "Come Filt non abbiamo firmato l'accordo aziendale. Siamo i primi a riconoscere le difficoltà che l'Azienda sta attraversando, e sappiamo molto bene che esse sono determinate da un calo dei volumi di lavoro che ha avuto inizio con il mese di Agosto e che ha visto nel mese di Gennaio il suo punto più basso. Ad accentuare il problema è anche l'esigua percentuale di lavoro in appalto che l'azienda stessa ha in dote dal terminalista".
"Tuttavia - prosegue - prima di ricorrere al licenziamento di 4 lavoratori, apprendisti, secondo noi era più corretto fare ricorso all'ammortizzatore sociale della C.I.G.O. per tentare di salvaguardare tutti i posti di lavoro. Anche se l'Azienda e il proprio Consulente sostengono il contrario, la cosa era per noi fattibile chiedendo un primo pacchetto di 13 settimane, che ci avrebbe permesso di arrivare fino ai primi di Giugno senza licenziare nessuno e magari con una situazione dei traffici in ripresa. Certo, il futuro è pieno di incertezze, ma l'A.D. di Lsct ieri in Autorità Portuale ha confermato che il mese di Febbraio ha segnato volumi superiori rispetto a Gennaio. Se siamo di fronte ad una lenta ripresa dei volumi lo vedremo in futuro, ma tutti gli analisti sono concordi nel dire che nel mese di Giugno dovremmo registrare una ripresa".
"Per questo motivo era molto più sensato richiedere la Cassa Integrazioni Guadagni che licenziare 4 ragazzi. Inoltre, da che mondo e mondo, in tutte le vertenze sindacali, prima si ricorre agli ammortizzatori sociali e solo al termine degli stessi, semmai, si procede con i licenziamenti. Si è preferito lasciare a casa 4 ragazzi, per altro più facilmente sacrificabili in quanto non completamente formati, piuttosto di dividere tale sacrificio su più persone ma salvare il posto di lavoro a tutti. Scelta legittima, ma per noi assolutamente incomprensibile e che crea un precedente pericoloso, ovvero licenziare senza usare gli strumenti a disposizione per evitare la perdita del posto di lavoro. In tempi diversi, con gestioni diverse del Porto, siamo convinti che ciò non sarebbe accaduto", conclude Stefano Bettalli.