“La Cgil sarà in piazza venerdì 25 per lo sciopero globale per il clima- ha detto Luca Comiti, Segretario generale della Cgil spezzina- facciamo nostro lo slogan “people not profit". Questa giornata di mobilitazione assume quest’anno un valore particolare: l’invasione e la guerra in Ucraina con il suo portato di morti e distruzioni, dimostra quanto sia importante affermare e lottare per un nuovo modello di sviluppo che coniughi la sostenibilità ambientale e sociale con la pace e il disarmo.
Una vicenda che ha reso evidente la necessità di un profondo cambiamento sul versante della dipendenza energetica dalle fonti fossili e la necessità di accelerare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia. Ambiente e pace rappresentano due terreni importanti di iniziativa della nostra organizzazione in continuità con le manifestazioni delle settimane scorse e in relazione alle prospettive di sviluppo del nostro Paese, a partire dalla piena e buona occupazione e dalla difesa e tutela del lavoro di qualità. La mobilitazione per il pianeta e per la pace del 25 marzo è strettamente legata alla battaglia per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Per queste ragioni, la Cgil la ritiene importante e ha deciso di supportarla”.
“I mondi dell’istruzione e della scienza scenderanno in sciopero venerdì 25 marzo, condividendo i contenuti dell’appello di Fridays For Future Italia che denuncia la crisi climatica ed ecologica- dice Laura Scotti, segretaria generale della Flc Cgil spezzina- La conoscenza e la ricerca scientifica hanno un punto di osservazione privilegiato su questa dinamica globale, perché monitorano i cambiamenti climatici ed elaborano strategie di intervento, oltre che educare le giovani generazioni al rispetto ed alla salvaguardia dell’ambiente e della natura. La prossima transizione ecologica dovrà essere anche socialmente sostenibile.
Chiediamo l’incremento delle risorse per il salario accessorio, con l’obiettivo di un progressivo allineamento con le retribuzioni medie dei principali paesi europei, per far fronte all’aumento dei prezzi delle bollette e dell’inflazione. Oltre che un potenziamento degli investimenti pubblici a livello nazionale e locale per mettere in atto le azioni di monitoraggio e intervento previste dal PNRR e dal piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Come educatori, docenti, ricercatori, lavoratrici e lavoratori della conoscenza, abbiamo il dovere di rilanciare partecipazione, democrazia e cultura quali strumenti di pace e unità fra i popoli.”