I gesti violenti hanno causato lesioni giudicate guaribili in 21 giorni; sono state allertate le forze dell'ordine che sono giunte sul posto; hanno raccolto la denuncia della professionista alla quale offriamo, sin d'ora, non solo la nostra solidarietà ma, se necessaria, la consulenza e l'appoggio del legale che opera per l'Ordine professionale.
L'infermiera ha dovuto lasciare il servizio, ed al suo posto è stato attivato un infermiere reperibile del settore; su questo punto ci piacerebbe invitare ad una riflessione che da anni avanziamo in queste circostanze: chi paga, in questi casi, per le ricadute sulla organizzazione del lavoro?
In certi episodi, si sono avuti danni importanti anche alle strumentazioni tecnologiche, che proprio per la loro funzione sono un bene di tutti; e chi paga, in tali circostanze?
Noi crediamo che in questi casi anche i datori di lavoro dovrebbero, sia a tutela dei propri dipendenti, sia a tutela della loro stessa organizzazione, costituirsi parte civile poichè direttamente coinvolti, con importanti ricadute anche economiche.
Oltre a questa nostra valutazione, è ancora una volta dimostrata la validità - purtroppo- delle nostre richieste di maggior sicurezza nelle realtà sanitarie: è di poche settimane fa un nostro incontro col Prefetto al riguardo; ancora una volta, nel ringraziare l'attenzione che ci è stata dimostrata, chiediamo ulteriormente di considerare ogni possibile iniziativa , sia aziendale sia parte delle istituzioni, a tutela di chi è in servizio per la Salute, un interesse collettivo e non trattabile.
Ricordiamo che anche il nostro Ordine degli Infermieri spezzino, come avviene a livello nazionale con la nostra Federazione Nazionale (FNOPI), partecipa alla campagna #RispettaChiTiAiuta contro le violenze nei confronti di chi svolge una professione sanitaria, e di aiuto verso gli altri.
Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) La Spezia