Nel venticinquesimo anno del Premio e a quaranta anni dalla morte del poeta premio Nobel per la letteratura, il “Montale fuori di casa” sbarca a Levanto con una nuova sezione dedicata all’ambiente.
Nel corso di una cerimonia in programma ad agosto nel giardino del castello medievale, gli organizzatori della rassegna letteraria consegneranno il prestigioso riconoscimento a Chicco Testa, giornalista, scrittore, ecologista ed ex politico che ha contribuito a fondare Legambiente e di cui è stato segretario nazionale e presidente dal 1980 al 1987. Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2020 da “Marsilio Editori”, è intitolato “Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico”.
Il Premio, nato nel 1996 da un'idea di Adriana Beverini, vuole ricordare il Montale giornalista, collaboratore già dal 1946 del “Corriere d’informazione” e del “Corriere della Sera”, testate per le quali viaggiò a lungo in Europa, in Medio Oriente e negli Stati Uniti e scrisse una serie di reportage, alcuni dei quali riproposti in un volume dal titolo “Fuori di casa”.
Da qui il nome del Premio, che in un quarto di secolo ha accresciuto le sue sezioni (ispirate ai molteplici interessi del poeta), ha premiato una parte significativa della cultura italiana, quest'anno ha ricevuto l'alto patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e, per celebrare i suoi 25 anni di vita, ha dato alle stampe un volume ad esso dedicato.
La scelta di Levanto da parte degli organizzatori è motivata sia dal legame che l’artista aveva stretto con la cittadina attraverso le sue lunghe escursioni (da solo o con gli amici) dal centro al promontorio del Mesco passando dall’antico oratorio di Sant’Antonio, sia dalla presenza sul territorio di quegli scorci paesaggistici che il poeta stesso ricordava nelle sue corrispondenze (“Sono passato da Levanto e la riviera era formidabile. Credo non esista nulla di simile al mondo”).
“La luce che stiamo intravedendo in fondo al tunnel della pandemia ci dà la forza di ricominciare con rinnovato entusiasmo adattandoci alla nuova situazione, perché la cultura, l'arte, la poesia, la musica non possono e non devono fermarsi perché non può smettere di battere il cuore dell’anima - dicono Adriana Beverini e Barbara Sussi, presidente e vice-presidente della rassegna culturale - Ringraziamo quindi il sindaco Luca Del Bello per l'interesse e la sensibilità dimostrati e per aver capito quanto sia importante il legame tra il poeta premio Nobel e la comunità di Levanto. Non è un caso che sulle colline si trovi il borgo medievale di Montale, il cui sito ha costituito sin dalla protostoria un nodo strategico di sicura importanza lungo l’antica Via dei Liguri.
Se paesaggio e natura fanno spesso da sfondo alle opere poetiche come risorsa vitale contro il “logorio della vita moderna”, ciò è già evidente in particolare in quelle di Montale, dalla raccolta “Ossi di seppia” (vero e proprio libro “marino”, dominato dal paesaggio mediterraneo) a “Le occasioni” (dove il paesaggio ligure ritorna con il viatico del ricordo: “Vedo il sentiero che percorsi un giorno come un cane inquieto” dice infatti il Poeta cantando le sue escursioni giovanili alla Punta del Mesco)”.
Dal canto suo “il Comune - come conferma il primo cittadino - ha accolto con entusiasmo l’invito a diventare una delle sedi permanenti del Premio (l’unico, in Italia, dedicato ad Eugenio Montale) sia per il prestigio di un evento che ha conquistato una rilevanza internazionale, sia perché lo riteniamo in grado di imprimere un’ulteriore spinta a quella crescita socio-economica e culturale della comunità locale improntata al rispetto e alla fruizione ecosostenibile del territorio che è già valsa al nostro paese l’attribuzione di prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali”.