Mentre in Italia imperversa il tema sulla vaccinazione obbligatoria tra gli operatori di servizio, mentre al Governo se ne discute, alla Spezia - come spesso accade - siamo a rincorrere l’ovvio.
Da tempo la Uil Fpl spezzina chiede ad Asl5 di affrontare l’argomento al più presto affinché tutti gli operatori delle Cooperative Sociali, nessuno escluso, possano accedere alla vaccinazione, soprattutto il personale che deve recarsi ogni giorno a domicilio dell’utenza. Così accade che, mentre si attendono risposte positive, ad oggi solo ne gli intenti, ci si ammali di Covid-19, come avvenuto ad alcune lavoratrici del Servizio Domiciliare della Cooperativa KCS di La Spezia.
“Da settimane la scrivente chiede riscontri alle istituzioni, ma senza ottenere responsi positivi – dichiara Massimo Bagaglia, segretario generale Uil Fpl La Spezia - Laddove il Comune di Spezia si è reso disponibile, non ha ricevuto l’avvallo ufficiale di Asl5. Quindi, per ora, il vaccino per gli operatori socio sanitari a rischio, rimane ancora tra i desiderata”.
Resta il fatto che, nello svolgimento di determinate mansioni, ci si ammali davvero, eccome.
“Ad ammalarsi è soprattutto chi avrebbe voluto vaccinarsi da subito, in barba ai negazionisti sparsi sul territorio nazionale che, invece, rifiutano il vaccino. Ciò lascia l’amaro in bocca - conclude Bagaglia - Nella speranza che, al più presto, non si debba più parlare di ammalati sul posto di lavoro, vogliamo ricordare che è il datore di lavoro stesso il responsabile ultimo della salute di ogni suo operatore. E questo vale più di ogni altra considerazione”.