La notizia gira da tempo in città: la cooperativa KCS rinuncerebbe a perfezionare il contratto per la gestione della struttura residenziale Mazzini, l'ultimo giorno pare essere il 31 marzo. Il condizionale è d'obbligo - visto che dopo le rassicurazioni di ASL5 e Comune della La Spezia del 26 di febbraio - gli stessi soggetti hanno espresso la volontà di definire un crono programma, che sarebbe dovuto partire da un bando di dimostrazione di interesse, e una successiva gara ponte per poi arrivare a quella Regionale definitiva.
Intanto, allo stato attuale 120 famiglie vivono nell'incertezza e temono di perdere il lavoro. Nel frattempo, chissà fino a quando, gli addetti proseguiranno con la cassa integrazione. A questo punto le angosce dei lavoratori si fanno reali, che fine faranno? Chi sarà il loro datore di lavoro? Chi li pagherà? E nel caso in cui la situazione di stallo permanesse, per quanto potrebbero resistere visto che la Fis è stata procrastinata ma non potrà andare ad oltranza?
"Asl e Comune ci hanno comunicato mesi fa che si sarebbero impegnati a sistemare i due piani del Mazzini oggi dismessi, con l'intento di arrivare a poter ospitare 75 / 90 pazienti comprensivi di zona Buffer – dichiarano Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria, Marco Furletti, segretario generale Uiltrasporti La Spezia, Massimo Bagaglia, segretario generale Uil Fpl La Spezia - ma la realtà è che ad oggi nulla è ancora avvenuto, anzi sembrerebbe sempre un andare verso uno smantellamento. Ci aspettavamo una convocazione per conoscere lo stato dell'arte ma questa ad oggi e solo nelle volontà del 26 febbraio dove, peraltro, si era parlato di un tavolo permanente, mai partito".
Per Uil Liguria, Uil Fpl e Uil Trasporti La Spezia la situazione di empasse non è più sostenibile, bisogna dare risposte ai lavoratori e alla cittadinanza. Non dimentichiamo che la struttura e fondamentale per la Spezia con i suoi 120 posti letto. Nei mesi scorsi si è svolto uno sciopero di tutti gli addetti della struttura, seguito da una convocazione dal Prefetto, ma la situazione per i lavoratori di Kcs - di fatto - non si è mai sbloccata veramente, ed ora i tempi sono sempre più ristretti, e soprattutto lavoratori, sindacati e cittadinanza non sanno quale sarà il loro futuro e il futuro della struttura.
"In queste mesi abbiamo segnalato il rischio di un nulla di fatto– dichiarano i sindacalisti- Spezia non può perdere una struttura per anziani così importante, le istituzioni devono rimboccarsi le maniche e dare seguito a quanto detto per trovare immediatamente le risorse necessarie affinché si possano avviare i lavori di ristrutturazione e mettere nelle condizioni la struttura di essere interamente operativa".
Questa pandemia ha dimostrato, una volta di più, che non si può abbassare la guardia: il territorio spezzino ha bisogno di strutture in grado di garantire adeguate soluzioni per le persone anziane e per i lavoratori impegnati nelle attività socio sanitarie. "Per questa ragione chiediamo alla Regione Liguria, al Comune di La Spezia e a alla ASL5 di farsi carico del futuro del Mazzini con tutti gli strumenti necessari, anche quelli economici, per ridare dignità e sicurezza a una residenza per anziani fondamentale per il territorio", chiudono Ghini, Furletti, Bagaglia