All’inizio c’erano una busta e un francobollo. Si studiava, e si facevano compiti ed esami per corrispondenza. Nacque così quella FAD – formazione a distanza – che il Covid-19 ha all’improvviso amplificato, portandola nelle case di tutti gli studenti.
Il mondo cattolico fu subito all’avanguardia. Nel 1959, a Concilio Vaticano II appena indetto, nascono i corsi biblici per corrispondenza: venti lezioni l’anno (due circa ogni mese) promosse a Roma dal centro ecumenico “Ut unum sint” sotto la guida di don Giacomo Alberione, il fondatore dei “Paolini”.
È il momento del rilancio degli studi biblici con la prima grande diffusione della Bibbia nelle famiglie. A redigere i testi, tra gli altri, c’era don Giovanni Saldarini, poi arcivescovo di Torino e cardinale. Gli iscritti raggiungono il numero di quindicimila, e ce ne sono molti anche in diocesi, grazie all’impegno del rettore del seminario monsignor Dino Ricchetti e di altri sacerdoti.
Le suore Paoline a Spezia e a Sarzana la libreria “Canale” diffondono l’iniziativa: chi è iscritto “studia” da casa, ricevendo per posta i testi e rispedendo i lavori compilati. Si forma così una rete inattesa e formidabile di cultura cristiana, ideale supporto al lavoro dei padri del Concilio.
Anche la Rai diffonde programmi educativi, con le lezioni in tv del maestro Alberto Manzi (“Non è mai troppo tardi”) e di “Classe unica” alla radio, con docenti che vanno dal linguista Giacomo Devoto al fisico Edoardo Amaldi. Ma non c’è ancora interfaccia diretta tra docente ed “alunno”. Per averla si dovrà arrivare anzitutto alle tv locali: alla Spezia, sulla spinta del decreto “Inter Mirifica”, uno dei primi documenti varati nel 1963 dal Concilio, la diocesi batte subito un colpo. Nel 1977 nasce Tele Liguria Sud, che alcuni promotori laici vedono utile per la “diretta” delle partite dello Spezia, ma il fondatore don Dino Viviani, abate di Santa Maria, considera da subito come strumento prezioso per portare la Messa nella case di chi non può recarsi in chiesa e, con la Messa, le notizie del giorno e cultura, tanta cultura.
Negli anni Ottanta Gino Di Rosa, amico di don Dino sin dai tempi dei “ragazzi di don Mori” a piazza Brin e poi esperto della casa editrice “La Scuola”, torna a Spezia e dà così vita ad una trasmissione che sarà poi il titolo di un libro: “A scuola con i burattini – Tecniche per una scuola nuova”. Ai bambini delle elementari, nel pomeriggio, Di Rosa insegna via tv a realizzare burattini ed altri oggetti.
Nel 1985 il gesuita padre Nazareno Taddei, trasferitosi alla Spezia, organizza a Villa Marigola un convegno nazionale su “Scuola, educazione e mentalità massmediale”. Si va avanti, insomma, anche sotto l’aspetto teorico, fondativo di nuovi sviluppi che con internet arrivano puntuali.
E se è Taddei a pubblicare nel 1999 le prime “prediche” on line (“Dio dopo internet”), l’Università Cattolica di Milano sbarca l’anno dopo a Sarzana, la città di Niccolò V, il Papa fondatore della Biblioteca Vaticana, con due corsi di laurea a distanza: non ancora via internet, ma via satellite. Gli studenti interloquiscono così in modo diretto con i docenti proprio come, dallo scorso anno, fanno alla Spezia gli allievi dell’Istituto di scienze religiose.
Ma ormai ci sono internet e i “social”. Quando nel febbraio 2020 arriva il Covid-19, tutto precipita, e l’intero mondo della scuola ne è coinvolto, forse, almeno in parte, anche per il futuro. Tele Liguria Sud collabora da subito, per fornire lezioni a quanti non hanno un tablet o una “linea” adeguata. Compresi i detenuti nel carcere spezzino.
Da quei primi corsi biblici per corrispondenza sono passati sessant’anni, e tanta acqua, come si dice a Spezia, è passata nella Sprugola. Vale sempre il testo del Concilio: “questi strumenti, se bene adoperati, offrono grandi vantaggi”. Se bene adoperati, appunto, e non solo sotto il profilo tecnico...
testo di Egidio Banti