"La scuola è una colonna portante per costruire il nostro futuro, come possiamo costruire il nostro futuro se non riusciamo neanche a stare nelle classi per il freddo?": è il coro che si leva dai ragazzi dell'istituto Arzelà di Sarzana. Anche qui, in questi giorni post rientro dalle festività natalizie, locali freddi, con temperature al di sotto, di diversi gradi, dei 18 minimi di legge. Un problema, quindi, che non si è limitato ai soli istituti spezzini, dei quali abbiamo già parlato (cliccate qui), ma sembra essere piuttosto generalizzato.
"I termosifoni – proseguono gli studenti che stanno preparando gli striscioni con i quali scenderanno in strada per fare sentire la propria voce - funzionano ma male, sono termosifoni che sono stati messi quando la scuola è stata costruita, quindi si parla di 40 anni fa, oltretutto la scuola è molto grande e i caloriferi troppo piccoli per riscaldare tutto l'ambiente. Abbiamo provato a rivolgerci a chi di dovere per risolvere questo problema, ma il freddo è lo stesso e anche i termosifoni. Noi facciamo questo sciopero per farci sentire, ma da oggi vogliamo anche i fatti non solo le parole".
Uno sciopero che ha l'appoggio anche di molti genitori. Una mamma ci dice: "Siamo alle solite. Come ogni anno all'Arzelà di Sarzana si presenta il problema del riscaldamento mal funzionante. Come è possibile che la Provincia non intervenga in modo adeguato per risolvere questo problema? Ci vorrebbe semplicemente un po' di buon senso.
Non ci si può aspettare che gli alunni possano partecipare alle lezioni in modo corretto quando gli viene negato il più semplice dei diritti.
Un impianto di riscaldamento che funzioni.
Chiediamo a gran voce che le istituzioni si facciano carico di questo problema e che i ragazzi e i docenti di questo plesso scolastico vengano ascoltati".