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Nagy in clima derby: "A Genova sarà battaglia ma il mio Spezia può fare qualcosa di importante" In evidenza

di Luca Vaccaro - Così il centrocampista ungherese dello Spezia Calcio in una lunga intervista esclusiva rilasciata a Gazzetta della Spezia

«Sabato sarà una battaglia contro la Sampdoria e, anche se adesso non stanno andando bene, sarà una partita difficile perché il loro è un ambiente caldo e ostico per tutti». Con queste parole il centrocampista dello Spezia Calcio Adam Nagy ci porta subito nel cuore di una delle sfide più attese del campionato, il derby ligure contro i Blucerchiati. Protagonista imprescindibile dello scacchiere tattico di mister D’Angelo, il calciatore ungherese ha condiviso ai microfoni di Gazzetta della Spezia pensieri e ambizioni, sia personali che di squadra.

All'orizzonte una partita complicata: il Derby Ligure contro la Sampdoria, fresca di avvicendamento in panchina. «Tralasciando il cambio di allenatore, hanno giocatori importanti e una squadra forte. Noi, però, sappiamo bene com’è questo campionato. Appena perdi un attimo la concentrazione, infatti, può succederti ciò che sta accadendo a loro». Ha spiegato Nagy. «La chiave per affrontare al meglio il match? Dobbiamo cavalcare l’onda dell’entusiasmo e sfruttare la nostra bella vittoria di domenica per 5-0 contro il Cittadella. Questo ci da un po’ di vantaggio, perché nello spogliatoio siamo contenti, nel pieno della fiducia, anche se consapevoli del fatto che questo campionato è ancora molto lungo e ciò deve spingerci a fare ancora di più. Sono convinto che se riusciremo a stare concentrati per 90/95 minuti contro la Sampdoria potremo dire la nostra».

Nagy attende ancora novità sui tifosi dello Spezia, ai quali è stata vietata la trasferta. «Speriamo che i tifosi possano esserci. Alla fine noi giochiamo anche per loro, perché è grazie a loro che esiste il calcio. Diventa tutto più bello con la loro presenza. Il Picco, ad esempio, è uno stadio veramente fantastico. Non ha una capienza imponente ma quando è pieno, e il primo pensiero è l’ultima partita dello scorso campionato con il Venezia, è veramente bellissimo. Sono l’arma in più, è come se fossimo in 12 in campo. Non vedo l’ora che i tifosi tornino a riempire la curva. La società ha fatto un bel lavoro e la parte coperta consentirà ai tifosi di fare ancor più rumore».

Il cambio di allenatore sulla panchina avversaria porta sempre con sé delle insidie. Ciò, però, non affligge Nagy, il mister e i suoi compagni. «Diventa un po’ più difficile - spiega il centrocampista aquilotto. - Per loro sarà la prima partita con il nuovo mister, quindi non sapendo bene come si prepareranno proveremo a concentrarci ancor di più sulla parte nostra. Stiamo lavorando sui nostri fondamentali, quindi fase difensiva, offensiva, calci d’angolo. Insomma, proviamo a concentrarci ulteriormente sulla nostra giocata. Poi, ovviamente, analizziamo anche tanto i loro giocatori, le loro caratteristiche, soprattutto degli attaccanti che hanno».

Il rapporto con mister D'Angelo. L'allenatore, con cui aveva condiviso l'esperienza a Pisa, lo ha voluto fortemente anche allo Spezia. «D’Angelo è cambiato tanto. Sono ormai quattro anni che sto con lui, fatta eccezione per i primi sei mesi dello scorso anno, e secondo me è cresciuto parecchio. Quando perdi una finale (si riferisce alla sconfitta in finale play off contro il Monza), ti fa male sicuramente ma ti aiuta a crescere e a prendere esperienza. Lui è diventato ancora più bravo. Riesce a gestire lo spogliatoio al meglio e ovviamente non è facile. Questo perchè siamo tanti e ognuno di noi vuole giocare, ognuno ha la sua personalità. Molto difficile gestire una squadra di calcio, però, è fondamentale in un campionato così equilibrato e lungo. Lo spogliatoio unito ti può portare lontano. Lui è sempre molto preparato, da istruzioni chiare e dirette. Per esempio il modo in cui prepara gli angoli e sulla punizioni, anche se ovviamente bisogna avere anche chi calcia bene come Esposito». 

Un lavoro importante che, però, coinvolge tutto lo staff, necessario per raggiungere obiettivi importanti. «Anche Taddei (Vice Allenatore ndr) ci aiuta tanto su come posizionarci, sia in fase offensiva che difensiva. D’Angelo non fa tutto da solo, anche il suo staff è ottimo. Taddei, ad esempio, è uno che parla di più durante l’allenamento. Aiuta tanto il giocatore e da una grossa mano. Ma in generale tutto lo staff è ottimo, è un bellissimo ambiente, bellissima gente che vuole creare qualcosa di speciale e spingersi oltre».

La squadra viene prima del singolo: questo il diktat di Adam Nagy. «Io sono stato sempre un giocatore di squadra. Ognuno ha i suoi obiettivi e vuole giocare, ma io non sono un litigioso o uno che crea ambiente tossico, soprattutto se salto qualche partita o gioco meno. Questo perchè comunque so benissimo che abbiamo tanti giocatori di qualità che magari giocano anche meno di me - spiega. - Stiamo facendo bene come squadra, quindi, anche se gioco meno, non è il momento di iniziare a discuterne. Se non gioco è perchè devo fare di più, soprattutto durante gli allenamenti: questo è sempre stato il mio pensiero. Ovvio, poi voglio giocare sempre 90 minuti e fare bene, però, quest’anno c’è concorrenza e non fa male, perchè sprona a tirare fuori qualcosa in più, per dimostrare all’allenatore che devi giocare tu e non gli altri».

Nove vittorie, sei pareggi e una sconfitta: un cammino impressionante quello dello Spezia fin qui. L'ambizione di Nagy è alta ma necessario tenere i piedi per terra. «Io credo si possa fare qualcosa di importante, alzare ulteriormente l'asticella. Però la serie B è un campionato equilibrato. Ci sono tre squadre che hanno iniziato meglio ma la stagione è lunga e dobbiamo pensare una partita alla volta. A fine marzo vedremo dove siamo, intanto, noi giocatori dobbiamo crederci. Ora l’importante è spingere in questo fine anno per iniziare al meglio da gennaio poi. Secondo me la squadra può fare qualcosa di grande, di bellissimo, lo percepisco dall’ambiente che si è creato nello spogliatoio. Dobbiamo credere di poter arrivare lontano ma farlo partita dopo partita».

Un calciatore dotato di grande intelligenza tattica. Adam Nagy pensa al presente ma ha già le idee molto chiare. «Seguo con molto interesse il calcio da cui provengo. Sono dispiaciuto perchè non vedo grossi miglioramenti nonostante il potenziale. Ci sono tanti soldi ma non sta crescendo come movimento. Voglio iniziare qualcosa partendo da casa mia. Voglio essere la miccia per cominciare un percorso e migliorare il calcio ungherese. Vorrei fare qualcosa, però, a partire dai bambini, gestire ragazzi giovani. Se diventassi mister di squadra maggiore sarebbero già formati e io voglio partire dalla formazione alla base. Ora, però, spero in una carriera ancora lunga, magari qui alla Spezia per tanto tempo”.

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