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"Mio padre Tommaseo marcò Mazzola": i commoventi ricordi dei familiari degli eroi del '44 In evidenza

di Redazione Sport - I ricordi di figli e nipoti degli eroici giocatori del 44'

Non solo autorità e dirigenti all'intitolazione della nuova tribuna del Picco. I nomi dei veri protagonisti scritti tutti in fila sul fronte campo della tribuna "Campioni del 1944" e il Tricolore che campeggia al centro del settore. All'interno della nuova area hospitality, grazie al prezioso lavoro di Emanuele Martera di Tub Design, presente un'installazione riportante la formazione, a grandezza naturale, che si impose sul Grande Torino, con vicino la replica del trofeo del 1944.

"La sbruffonaggine non paga mai nel calcio come nella vita - ha commentato Camillo Gandino, nipote del comandante dell'epoca dei Vigili del Fuoco spezzini, fautore della squadra in grado di affrontare il Campionato Alta Italia - tanti ricordi di una città devastata dalle bombe, i pompieri si aggiravano tra macerie e cadaveri".

"Dovete scrivere qualcosa sulle scritte sopra la tribuna - afferma Piero Lorenzelli, ottantenne figlio del mitico Loè - perché è stata davvero un'ottima idea che sarà ripresa dal pubblico e dalle televisioni".

Sotto la tribuna, in rappresentanza dei Vigili del Fuoco e degli eroi, le famiglie Amenta, Bani, Borrini, Castellini, Gandino, incerti, Persia, Rossi, Rostagno, Semorile, Tommaseo e Viani, che hanno ricevuto la maglia commemorativa stilizzata da Kappa.

"A Fezzano dove abitava mio padre lasciava fuori dalla porta il cappello da pompiere" - ricorda Roberto Amenta. "Mio padre Eraldo Borrini - ricorda il figlio Diano - veniva spesso alla Spezia a salutare gli amici, purtroppo a 62 anni un infarto se l'è portato via".

Vicino alle gigantografie e alla cartolina dello Spezia, realizzata da Emiliano Nanni di Cartoline forever, si è confidato Pasquale Tommaseo, presente alla cerimonia insieme al figlio Andrea: "Mio padre litigò con mister Barbieri per motivi tecnici, ma lui invece di fermarsi si tenne in forma correndo tutti i giorni su e giù per la Foce. Così quando il mister fu costretto a chiamarlo perché gli mancavano i giocatori, mio padre sfoderò una prestazione super, marcando benissimo il grande Mazzola".

Un velo di tristezza negli occhi di Vinicia Viani figlia di Vinicio: "Venne deportato prima della fine della guerra, prima era scappato da Napoli, dove giocava, e venne arruolato dai vigili del fuoco alla Spezia dove poté continuare a giocare".

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