Una vittoria tanto insperata quanto alla fine dimostrazione di quanto scrivevamo prima della partita, ovvero: il calcio è lo sport più bello del mondo perché non sempre il più forte prevale, a volte, come stasera, non basta la tecnica superiore del collettivo per avere ragione di una squadra che mette in campo, oltre al pubblico del Picco sempre più protagonista, anche tutte le doti di carattere e determinazione che sono nel DNA di questo Spezia operaio.
Non bastano all'Inter tutti i suoi campioni, non basta neppure l'arbitraggio a senso unico di Marinelli, che non fischia un fallo che sia uno contro Nzola e orienta la gara verso un declino targato Inter, per fortuna smentito dal cuore e dagli episodi che in una partita fanno sempre la differenza.
Alcune importanti differenze tra il primo tempo, completamente appannaggio dell'Inter al netto della traversa un po' fortunosa di Agudelo, e la ripresa dove lo Spezia ha cambiato modulo e approccio in campo, segno di intelligenza calcistica di mister Semplici, capace di leggere al meglio la trama della sfida e apportare adeguate modifiche nell'intervallo.
Solo Inter nei primi 47', con Dragowski chiamato a superarsi in almeno 3-4 occasioni, a partire dal rigore negato a Lautaro e con lo Spezia schiacciato nel suo 3-5-2 incapace di innescare in modo adeguato la fase offensiva.
Nella ripresa l'Inter non è certo sparita dalla partita, anzi, ma lo Spezia ha reagito colpo su colpo, sfoderando uno Nzola in condizione strepitosa, capace di fare reparto da solo alzando il baricentro della squadra e fornendo palle d'oro ai compagni fino al gol di Maldini subentrato ad un deludente Shomurodov, nato proprio da un'azione insistita dello Spezia finalizzata da un assist di Nzola, capace di resistere fisicamente prima di servire l'accorrente Maldini, altrettanto bravo a freddare Handanovic con un rasoterra da fuori area.
Con la vittoria di stasera lo Spezia vola a 24 punti, ad una lunghezza dalla Salernitana impegnata domani a San Siro contro il Milan.