Alla fine di una partita così non è chiaro dove finiscano i meriti degli avversari e dove inizino i demeriti dello Spezia: finire il primo tempo con due gol e un uomo di vantaggio e finire per essere presi a pallonate dieci contro dieci fino al meritato pareggio dell' Empoli in zona Cesarini - come spesso succede allo Spezia - con statistiche impietose: 64,7 % di possesso palla dei padroni di casa contro il 35,3% dello Spezia, 24 tiri di cui 8 nello specchio per l'Empoli contro 9 di cui 3 dello Spezia.
Numeri che spiegano da soli le difficoltà oggettive dello Spezia, incartato in un modulo inadatto alle caratteristiche di troppi suoi giocatori.
Da non trascurare il contributo dell'arbitro Giua all'esito della gara: malato di protagonismo, il direttore di gara nemmeno vede il fallo di mani di Parisi sulla riga di porta nel primo tempo, deve poi subire la decisione del Var ed espellere giustamente il difensore, ma quasi per ripicca espelle al 1' della ripresa l'incolpevole Esposito, per un fallo che nessun arbitro al mondo lucido di mente avrebbe punito con il secondo giallo, perché esito di una chiara azione di possesso palla da parte del centrocampista aquilotto.
Ancora una volta fuori tempo i cambi di Gotti, che preferisce tenere in campo i 3 ammoniti Verde, Esposito e Nikolaou pur avendo - tranne che per il difensore - valide alternative in panchina, e così lo Spezia si gioca un jolly e resta i dieci per tutto il secondo tempo, subendo oltremodo la reazione dell'Empoli che piano piano mette sotto assedio la porta di Dragowski, riacciuffando in parità numerica un giusto pari.
Un punto che sta stretto allo Spezia, per come si era messa la partita, ma a questa squadra manca un po' di fortuna e forse un po' di strategia da parte di mister Gotti, ma la situazione è questa e alla fine bisogna quasi esser contenti di aver strappato un punto al Castellani.