Come nelle migliori tradizioni estive procede a colpi di scoop la telenovelas di Vincenzo Italiano, ex mister promozione, ex mister salvezza, praticamente già pronto per il monumento dietro il Picco salvo ritrovarsi in quattro e quattr'otto nella lista dei nemici (sportivi) numero uno del tifo aquilotto.
Si sprecano gli insulti sui social: traditore, ingrato, mercenario eccetera ma anche a destinazione, via social o cellulare. In tarda serata - oltre alla conferma del mancato pagamento della penale rescissoria da parte sua per il tramite della Viola- rimbalza la notizia di un raffreddamento degli entusiasmi in quel di Firenze, chissà se e quanto motivati dai risvolti umani e etici presi a calci dai fatti.
Un impasse che non dovrebbe spostare di un millimetro la situazione della panchina dello Spezia, indignato dal comportamento del tecnico, resosi a quanto par di capire irreperibile al suo datore di lavoro durante la vacanza in Sicilia.
Del resto Italiano ci ha messo davvero del suo: dopo essersi messo a disposizione di diversi club di serie A (tra cui la Lazio) senza evidenti riscontri, aveva accettato il progetto Platek malgrado fosse già stato dato l'addio al Ds Meluso, un dirigente a lui senz'altro gradito.
E accettando il ritocco contrattuale offerto dallo Spezia si era lanciato in enfatici messaggi di attaccamento e di affetto che non stanno facendo imbestialire solo i tifosi aquilotti, ma che hanno scatenato le reazioni sconcertate anche della tifoseria fiorentina, chissà se e con quali ripercussioni.
Resta un fondo di amarezza, e la speranza - remota - che un giorno Italiano possa giustificare la sua condotta non per motivi economici o carrieristici (i secondi più accettabili dei primi) ma per fatti - ad oggi non noti - che potrebbero averlo indotto a simili drastiche decisioni, si spera non soltanto per il cash.
Ora e fino al 30 giugno non potrà rompere il muro di riserbo dovuto al suo status di tesserato, chissà se dal primo di luglio - pur non rimanendo alla guida dello Spezia - non trovi uno scatto di orgoglio e dignità recuperando almeno sotto il profilo umano un briciolo di reputazione, perché anche nella gravità dei fatti (sportivi) andrebbe sempre e comunque sentita l'opinione di tutte le parti coinvolte.