Vittoria storica dello Spezia che spacca il Napoli per 2 a 1 al termine di una partita incredibile per intensità ed emozioni.
Mai come oggi il calcio conferma il suo incredibile fascino, che deriva anche dalla possibilità di invertire pronostici grazie al cuore, alla grinta e alla qualità del gioco.
Tanta sofferenza, tantissime occasioni per il Napoli che - va detto per obiettività - poteva chiudere il primo tempo con 2-3 gol ma non è riuscito a prevalere anche per la determinazione dello Spezia e le prodezze di Provedel, sempre più sicurezza anche nelle situazioni limite.
I numeri parlano chiaro: 27 tiri in porta sono lì a significare un dominio quasi assoluto della partita, del resto è indiscutibile il maggior valore tecnico della squadra di Gattuso, forse troppo sicura dei suoi mezzi e un tantino presuntuosa sulle rare ripartenze dello Spezia, oggi molto produttive al netto dell'ennesimo palo di stagione.
Ottimi i cambi di Italiano nella ripresa, soprattutto a centrocampo Pobega al posto di uno spento Deiola, decisivo nell'azione del vantaggio, ma anche Gyasi con la sua forza nelle gambe, al posto di Agudelo oggi appena sufficiente.
Con o senza Farias in campo è cambiato poco o nulla: ulteriore prova incolore del brasiliano, quasi mai in grado di dialogare con i compagni, malgrado il gran lavoro di stantuffo sulla sua fascia da parte di Marchizza.
Lo Spezia si gode una vittoria storica contro una big del campionato, con gli spezzini Maggiore e Vignali tra i migliori in campo, considerando le assenze tra covid e squalifiche una gara da record, di quelle che rimangono scolpite nella memoria.
Con tre punti insperati in più, che ridanno un po' di fiducia allo Spezia ma soprattutto al suo mister, un po' preoccupato dopo le ultime batoste contro squadre ben più deboli del Napoli di oggi.