In questi giorni tre giocatori dello Spezia sono stati convocati per la partita di Under 21 con l’Islanda, valida per le qualificazioni agli Europei di categoria: come è noto, il match non si è disputato a causa della positività di alcuni giocatori italiani, e fra questi anche uno dei tre atleti dello Spezia selezionati.
Cercando comunque di argomentare al tempo della pandemia, con un misto di speranza e di ostinazione, di sport e dello Spezia - restando convinti della necessità concreta di essere prudenti e di osservare le disposizioni di sicurezza in questi giorni complicati- ogni appassionato spezzino sa che, per quanto riguarda la Nazionale, finora un solo calciatore spezzino (nel senso ‘’in forza allo Spezia al momento della convocazione’’) ha indossato la maglia azzurra: si tratta di Luigi Scarabello che venne convocato per l’incontro del 3 agosto 1936, partita d’esordio del torneo di calcio delle Olimpiadi di Berlino.
Vittorio Pozzo, il celebrato e celeberrimo mister dell’Italia plurivittoriosa di quel decennio (due titoli mondiali, 1934 e 1938, ed appunto il titolo alle Olimpiadi del 1936), non schierò il calciatore dello Spezia in altre partite di quel torneo olimpico ma, in forza della presenza nella prima partita, naturalmente anche Scarabello ebbe la medaglia d’oro dei vincitori.
Luigi Scarabello ebbe una lunga vita avventurosa e speciale, caratterizzata anche da storie curiose e particolari; già la sua convocazione in Nazionale risulta ancora oggi essere la sola che ha riguardato un calciatore di serie C: infatti, nella stagione 1935/36 lo Spezia era stato retrocesso ‘’d’ufficio’’ in C con molte altre squadre di serie B, a seguito di una riforma dei campionati.
In quella squadra, che riuscì dopo una strenua lotta con la Sanremese (anche a suon di carte da bollo e giudici sportivi) a ritornare subito in serie B, giocava proprio Luigi Scarabello, nel ruolo di ‘’interno’’: e in questo ruolo, ed in quella squadra, venne raggiunto dalla chiamata di Vittorio Pozzo.
In un tempo senza molte occasioni per ‘’vedere’’ le prodezze dei calciatori, in particolare quelli delle serie minori, questa chiamata rappresentò qualcosa di veramente eccezionale.
Per la cronaca, la partita disputata dal giocatore spezzino (nato per una manciata di metri fuori Provincia, ad Albiano Magra) fu Italia- Stati Uniti, chiusa con la vittoria azzurra per 1-0, nell’ incontro disputato a Berlino.
In seguito Scarabello passerà al Genoa dove resterà diverse stagioni e, in questa squadra, riceverà una nuova convocazione in azzurro, sempre con il mister Pozzo, per una amichevole con la Germania, giocando ancora una volta a Berlino: questa volta l’Italia ne uscirà malamente, sconfitta per 5-2.
La vita di Scarabello, come detto, non lo ha visto noto solo come calciatore, ma anche come attore (recitò in diversi film con lo pseudonimo di Sergio Landi), e molta notorietà ebbe dalla unione con la famosa attrice del ‘’cinema dei telefoni bianchi ’’, Lilia Silvi, che li vide protagonisti di un lungo matrimonio durato ben 67 anni, dal 1940 alla morte di Luigi avvenuta nel 2007, con tre figli nati dalla loro unione.
Un episodio di cronaca piuttosto curioso lo vide coinvolto nel 1952, mentre allenava lo Spezia (in serie C, in una stagione che finì con un’amara retrocessione: cosa quasi obbligata, visto che solo le prime quattro sarebbero rimaste in C, per una ennesima riforma dei campionati): Scarabello si lasciò coinvolgere infatti in un falso rapimento di se stesso, ispirato da alcuni cattivi consiglieri, due fotografi che organizzavano finti scoop, e che a Scarabello sembrò un buon modo per riportare in circolazione il nome della moglie.
Infatti Lilia Silvi nel Dopoguerra stentava a ritrovare le parti da protagonista, così frequenti un tempo ormai finito, ed all’ormai ex calciatore quella strana faccenda sembrava un modo come un altro per rilanciare l’attenzione nei confronti suoi e, soprattutto, della moglie.
Dopo il movimentato episodio Scarabello continuò a occuparsi di calcio, e come allenatore fu in esclusiva sempre e solo sulla panchina delle ‘’Aquile’’, nel senso che non allenò mai nessun’altra compagine.
Fu il mister dello Spezia, come detto, non solo nella sfortunata stagione 1952, ma anche- in seguito- nel campionato 1956/57 (dalla 7° giornata, subentrando a Wando Persia, calciatore della squadra che vinse il Campionato di guerra 1944); quindi nella stagione successiva sempre come mister, ed ancora nel campionato 1958/59, questa volta come direttore tecnico, affiancando il mister Libero Salvietti.
Per Scarabello nuovo ritorno al Picco negli Anni Sessanta, nella stagione 1964/65, sempre in abbinata con un altro reduce dallo Scudetto di guerra, il grande Mario Tommaseo, allenatori ‘’in tandem’’ dalla giornata numero 5 di quel campionato; e infine per due ulteriori ed ultime stagioni, ancora come direttore tecnico per le annate 1965/66 (quando la squadra dalla serie D venne promossa in C) e 1966/67.
A proposito di ritorni, anche la moglie Lilia Silvi (il cui nome anagrafico era, in realtà, Silvana Musitelli) avrà dei riconoscimenti dopo molti anni: dopo un lungo oblio, lontana da ogni luce della ribalta, nel 1998 riceverà il ‘’premio alla carriera’’ da parte del Museo Internazionale del cinema e dello spettacolo e nel 2012, l’anno prima della sua morte, sarà la protagonista di un docufilm dedicato alla carriera, ‘’In arte Lilia Silvi’’, un film che riceverà (per la regia di Mimmo Verdesca) un Nastro d’Argento per la categoria ‘’Migliore documentario dedicato al Cinema’’.
Naturalmente la speranza odierna (mai dire mai!) è che qualche elemento dello Spezia, che oggi in Serie A gode sicuramente di molta più visibilità delle precedenti stagioni, possa ricevere una convocazione ed affiancare così, in questa statistica molto speciale, il grande Scarabello, unico aquilotto convocato nella Nazionale A.