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di Massimo Guerra-  Sarà dura salvarsi senza bomber

Il mercato dello Spezia in serie A non si è chiuso con il botto sperato dai tifosi, ovvero con un centravanti in grado di far rifiatare Galabinov- lo dicevamo anche prima dell'infortunio di San Siro - e soprattutto di buona vena realizzativa, dote quasi indispensabile per poter lontanamente sperare nella salvezza.

Alla fine della tornata milanese - e al netto del possibile arrivo di uno svincolato da qui a gennaio - la rosa a disposizione di Italiano appare anche ai più sprovveduti di calcio quantomeno poco equilibrata, con un ilogico poker di portieri, addirittura otto terzini tra destri e sinistri, una truppa di dieci elementi per la mediana, cinque sulle ali e solo tre giocatori - compreso il Gala - di punta.

Meluso si è affrettato a chiarire al termine del mercato di essere uscito dal budget imposto dalla società (alias Fiorani, a cui il patron ha delegato ogni operazione anche in seno alle Aquile): excusatio non petita...ma guardiamo oltre.

Dopo la dipartita di Angelozzi, maggiore artefice della promozione in serie A praticamente a costo zero, si attendeva alla prova dei fatti il suo erede, uomo di calcio sicuramente ma in un mondo dove tutto è relativo da lui ci si aspettava francamente qualcosina di più, invece sono arrivati una ridda di prestiti secchi nei ruoli e delle nazionalità più disparate, una vera armata Brancaleone che impegnerà non poco il bravo Italiano a raccapezzarsi per riuscire a dare una fisionomia di squadra ad un gruppo a dir poco eterogeneo.

Va detto che anche l'anno scorso, in serie B, la maggior critica ad Angelozzi da parte dei tifosi fu legata alla mancata consistenza del reparto offensivo, troppo dipendente dalla volubile condizione fisica di Galabinov, in parte rattoppata a gennaio con l'arrivo di Nzola, Ragusa e Di Gaudio a dare sostegno a Gyasi, Gudy e lo stesso Gala tornato in bolla nella decisiva ultima fase.

Va anche detto, però, che quest'anno lo Spezia cerca la salvezza in serie A e sulla carta ha l'attacco ancora più debole dell'anno passato, partiti Ragusa e Di Gaudio, con Galabinov fermo almeno un mese per infortunio e Nzola appena rientrato da Trapani che dovrà trovare la giusta condizione dopo lo stop. Insomma, il rischio per lo Spezia è quello di essere preso a pallonate già dalla prossima sfida contro la Viola, anche perché Italiano gioca in A con lo stesso modulo della B, il 4-3-3 che senza efficaci sbocchi offensivi rischia di manifestare un'estrema fragilità contro tutte le concorrenti del campionato.

Aspettando sulle corsie esterne lo strapagato Farias a far la differenza, ma non è mai stato un bomber, la notizia dell'ultima ora è probabilmente una fake ma comunque uscita dalla bocca di Balotelli jr, ospite non si sa perché del Grande Fratello Vip, secondo il quale il fratellone Mario ex Inter, ex Manchester, ex Brescia ma soprattutto ex promessa sarebbe in procinto di firmare per lo Spezia (...).

A bocce ferme, ovvero a una settimana dalla fine del calciomercato quello che prende sempre più evidenza è una certezza: a Meluso manca completamente un progetto targato Spezia, e l'arrivo del Balo -sia pure suggestivo per alcuni - ne sarebbe l'amara conferma. Troppi prestiti, troppi giocatori di B rimasti in rosa, nessuna vera prospettiva se si eccettuano i prodotti "made in La Spezia" alias Maggiore, Gyasi, Vignali, Acampora. Mastinu e Bastoni, non tutti purtroppo all'altezza della massima serie.

Senza progetto, ovvero a fari spenti in serie A: un sogno troppo bello e troppo atteso che purtroppo (o per fortuna) sembra oscurare qualsiasi lato critico nei confronti della politica della società di via Melara, improntata al massimo risparmio sul breve termine (mister Italiano è il penultimo mister in termini di ingaggio della categoria) che non fa davvero presagire un ragionamento in prospettiva, anche per un altro motivo: sia Fiorani sia Chisoli - ad oggi i veri decisori - sono praticamente a digiuno di football, Meluso fin qua sul mercato non ha certo dimostrato di essere un drago neppure lui - su questo speriamo vivamente di essere smentiti - apparendo invece un po' troppo condizionato da logiche di procuratori vicini e lontani, ma sempre con un disegno di basso profilo e corto respiro.

Resta, in fondo, l'incognita Volpi. Il patron subito dopo la promozione aveva sancito Italiano e Angelozzi parte indelebile del progetto serie A, due giorni dopo Angelozzi era licenziato. Qualche tempo dopo, in un'intervista, aveva ribadito di voler contribuire alla realizzazione di una squadra in grado di lottare davvero per la salvezza, ma il budget di Meluso è rimasto pari a quanto stabilito e i risultati sono stati quelli di non aver potuto ingaggiare una punta di categoria. Persone vicine al patron lo descrivono come uomo molto preso dai suoi affari in giro per il mondo, anche per questo un po' affaticato e stufo di doversi occupare di tutto, ragione della delega con carta bianca al Fiorani, supportato dal presidente Chisoli.

Chissà...magari il profumo della serie A, l'esempio di altre provinciali diventate splendide realtà - leggi Atalanta e Sassuolo - o forse l'indole in fondo vincente che Volpi ha saputo sfoderare nell'amata pallanuoto, pur nell'amarezza di ritrovarsi in piscina con cento persone a fare il tifo per la sua Pro Recco, ovvero una delle squadre più forti del mondo...ecco chissà: vista la volubilità del patron, ma anche la sua indiscussa disponibilità economica, l'idea di ritrovarsi un giorno al tavolo con il gotha del calcio italiano e europeo...

Da semplici tifosi, non ci resta che attendere e sperare, ovviamente ricordando che la serie A alla Spezia è arrivata perchè esiste ed è il patron un miliardario di nome Gabriele Volpi, che di calcio non ci capisce un granchè ma al quale non è mai piaciuto perdere dentro o fuori dal campo.

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