Spezia calcio, ore decisive per ricostruire l'organigramma della società a pochi giorni dal ritiro. Con il benservito ad Angelozzi lo Spezia dovrà pensare a rimpiazzare anche diversi ruoli-chiave fino ad oggi ricoperti da persone di fiducia dello stesso Angelozzi.
A cominciare dai vertici dell'area tecnica con il segretario generale Pietro Doronzo, il Team Manager Nazario Pignotti e il responsabile del settore giovanile Roberto Alberti: per la cronaca nessuno di loro fino a questa mattina aveva ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della società, ed erano tutti regolarmente al proprio posto di lavoro negli uffici del Ferdeghini.
In entrata, a sentire le tante voci, l'ex Ds del Lecce Melluso, cui dovrà essere affiancato uno staff tecnico-dirigenziale all'altezza di una mission davvero dura, la salvezza. Ma per ripartire bisogna prima rescindere formalmente gli obblighi contributivi con l'attuale staff, e per ora regna l'impasse.
Sotto il presidente manca quantomeno un DG, un Ds, un team manager (a meno che l'ottimo Pignotti non la scampi pur essendo un fido di Angelozzi), un segretario organizzativo, un responsabile del settore giovanile.
Dopo le tante dichiarazioni di patron Volpi, tra cui la azzardata e smentita dopo due giorni "Italiano e Angelozzi parte integrante del progetto A" rilasciata ad un quotidiano sportivo nazionale il 23 agosto, forse la più importante è stata quella relativa al "modello Atalanta" per l'importanza da attribuire al settore giovanile.
Sicuramente un esempio da seguire, già metabolizzato a suo tempo da Angelozzi che - lo ricordiamo per l'ennesima volta - ha centrato con un anno di anticipo sul programma la A con la squadra più giovane della B, allestendo una squadra competitiva senza far scucire alla proprietà nemmeno un euro degli oltre 10 milioni di plusvalenze introitate con la vendita di Okereke al Brugges, utilizzando le capacità tecniche e le sue entrature che hanno permesso, ad esempio, gli arrivi in prestito a costo zero di Marchizza, Nzola, Federico Ricci, Vitale e Di Gaudio.
Per capire quanto fredda sia stata la doccia arrivata sulla testa di Angelozzi, basti dire che l'ex Dg aveva già visionato in ottica serie A circa 50 calciatori, tra cui una promessa del Barcellona B e un altro giovane del vivaio Bayern. Anche se Chisoli aveva deciso di ritirargli una importante delega a inizio dell'anno, evidentemente Angelozzi pensava che in caso di raggiungimento del massimo obiettivo, nessuno avrebbe avuto il coraggio di mandarlo via. E in questo, purtroppo per lo Spezia, si sbagliava. Se avesse fallito la promozione un avvicendamento avrebbe fatto meno scalpore, ma ciò non è successo e in molti a Spezia continuano a chiedersi i reali motivi della rottura, senza trovare le risposte.
L'auspicio è che le spiegazioni, magari esaurienti, vengano dal prossimo CDA, in programma a brevissimo, e che in mancanza di adeguate risposte uno o più consiglieri non decidano di rispolverare un po' di coraggio per mettere dei seri puntelli sul percorso prossimo venturo delle Aquile.