Ancora pochi giorni di mercato a disposizione del Dg dello Spezia Guido Angelozzi per trovare quello che ancora manca alla squadra, ovvero una punta in grado di finalizzare al meglio il gioco aggressivo e avvolgente di mister Italiano.
Nel dopo gara di Coppa il tecnico aquilotto si è dichiarato moderatamente soddisfatto, plaudendo i suoi giocatori per la bella reazione di carattere e di gioco dopo un avvio timido contro il Sassuolo, pur sempre una squadra di serie A malgrado il tifo quasi inesistente e lo stadio a Reggio Emilia, ma rammaricandosi per le almeno tre clamorose occasioni da gol non sfruttate dallo Spezia: bastava buttarne una dentro delle tre per cambiare volto alla sfida.
Angelozzi lo sa meglio di tutti e sicuramente proverà a dotarsi di un attaccante utile alla causa, nessuno pretende un fenomeno perché basterebbe un onesto puntero di ruolo, aspettando che fiorisca da attaccante centrale il giovane Gudj, a detta dello stesso Angelozzi giocatore di sicuro avvenire.
Ad oggi lo Spezia non ha un centrale offensivo di ruolo, a meno di una settimana dalla prima di campionato. Non lo è Giasy, buon cursore laterale nel 4-3-3 bravo e umile anche ad adattarsi punta, ma purtroppo non sempre efficace. Lo sarebbe Galabinov, ma dopo l’avvio stentato della sua prima stagione in maglia bianca (mai postata sui social che pur usa in abbondanza) quest’anno l’ariete bulgaro ha saltato di netto tutto il ritiro per un problema fisico, un guaio per lui che necessiterebbe di un rodaggio perfetto per far entrare in condizione un fisico tanto possente quanto delicato e soggetto ad infortuni.
Il mercato last minute offre poco ma qualcosa offre, a partire dai fuori rosa della serie A da cui poter pescare un valido tassello. Da Lecce rumors per un probabile addio di Lamantia, causa concorrenza nel reparto di Farias e Lapadula: Lamantia è andato in doppia cifra 3 volte negli ultimi 4 anni (Cosenza 13 gol, Entella 12 gol, Lecce 17) proprio il profilo di attaccante che servirebbe a favorire il salto di qualità alle Aquile, a patto che Angelozzi - oculato amministratore di un patrimonio affidatogli da Volpi in autogestione, ma giunto anche al secondo anno del sogno triennale chiamato A - riesca a quagliare entrate e uscite, favorendo la partenza dei tanti giocatori chiaramente fuori dal progetto di Italiano.