Il 15 novembre 2019 è una data che ricorderemo: un ingegnere nautico nato a Milano ventotto anni fa alle ore 16,31 UTC ha tagliato il traguardo dopo 13 giorni, 1 ora e 58 minuti di regata, primo in classe Serie e terzo overall.
È soltanto la quarta volta in 42 anni che un navigatore non francese vince questa leggendaria regata per le barche oceaniche più piccole del mondo (gli altri due sono stati Norton Smith nel ’79, Peter De Laureyssens nel 2005 e Francisco Lobato nel 2009).
Reduce da una seconda tappa (Canarie-Martinica) pressoché perfetta, Ambrogio non solo non ha mai perso il comando della flotta, ma ha accumulato un vantaggio sempre crescente sugli inseguitori facendo una rotta impeccabile, con strambate fatte sempre al momento giusto, e mantenendo a tratti anche il primo posto overall.
Dopo una partenza da manuale, l’intouchable Italien, “l’italiano imprendibile”, come lo chiamano i francesi, è stato sempre attaccato ai primi prototipi, barche sperimentali e performanti, costituzionalmente più veloci dei Serie, o almeno così si pensava prima di questa fenomenale impresa di Beccaria.
Ambrogio è riuscito fin da subito a gestire la rotazione del vento, rimanendo sempre in una zona con una buona pressione. Complici le buone condizioni meteorologiche, particolarmente favorevoli per le imbarcazioni di Serie come Geomag, Ambrogio ha letteralmente dominato la classifica.
Alberto Musso, Presidente Tarros Group, commenta: “È stata un’impresa fantastica: un’impresa che rimarrà nella storia della vela italiana. Siamo felici di aver navigato con Ambrogio ed aver contribuito alla realizzazione di questo sogno che con il passare dei giorni è diventato realtà. Ci lega ad Ambrogio la passione per il mare, passione che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della nostra azienda”.