E' bastata la disponibilità di Berlusconi e del PDL a concordare un nome per il Quirinale, insieme alla provocazione astuta di Grillo che di rimbalzo ha gettato nella mischia Rodota', per squassare definitivamente il pachiderma democratico.
Bersani ha fallito, le ha sbagliate tutte: poteva decidere fin dall'inizio di presentarsi come uno statista, di uscire dalla gabbia di una leadership di partito ingestibile e lavorare per un accordo finalizzato ad un esecutivo di emergenza.
Le nostre considerazioni in merito a questo Governo purtroppo sono molto chiare: questo PD non ha retto l'urto della vittoria risicata che coincideva di fatto con una sconfitta morale dovuta solo ad un unicovincitore: Matteo RENZI...
Ma non dimentichiamoci che c'erano (ci sono) i giovani turchi, i dissidenti, i popolari e (attenzione) i Vendoliani di SEL, una coperta troppo corta e un leader troppo incapace.
E' giunto il momento di resettare e di riprenderci in mano le sorti del nostro Partito!
Se Bersani ama il Partito Democratico deve avere il coraggio di dimettersi così come tutti coloro che a livello nazionale si sono resi responsabili di due fallimenti nel giro di meno di due mesi: la sconfitta alle elezioni politiche del febbraio scorso (seppur partendo da una situazione di enorme vantaggio), e ora il misero fallimento dell'operazione di palazzo che mirava a portare Marini al Quirinale in cambio della sopravvivenza di un gruppo dirigente che non ha fatto altro che provocare danni al centrosinistra e al Paese.
VALENTINA VIVIANI
PAOLA LAZZONI