Basta alle tifoserie e uno sforzo collettivo del territorio per ottenere il miglior risultato possibile. Senza dimenticare da dove arriva, storicamente e politicamente, la centrale Enel. Questo il senso delle parole del sindaco Pierluigi Peracchini, che in una comunicazione istituzionale su Tele Liguria Sud è tornato sul progetto di riconversione a gas dell’impianto, pubblicato nei giorni scorsi da Gazzetta della Spezia.
“Noi non sapevamo nulla, il progetto ci è stato inviato per conoscenza il 16 maggio in un dischetto”, ha detto Peracchini rispondendo ai sospetti che l’amministrazione già sapesse da tempo del progetto di Enel, tanto che il centrodestra a ottobre 2018 aveva aperto la strada, in consiglio comunale, all’insediamento di una nuova unità a gas.
“Oggi la centrale è attiva grazie a un’Autorizzazione integrata ambientale del 2013, che autorizza l’utilizzo del carbone fino al 2021, rinnovabile per altri 8 anni fino al 2029 – ha fatto il punto Peracchini – Enel ha confermato la dismissione del carbone nel 2021 e ha fatto una proposta al ministero dell’Ambiente per sostituire il gruppo a carbone con un gruppo a gas. Ci tengo a precisare di chi sono le competenze e perché l’Enel è ancora alla Spezia a produrre energia elettrica: ogni Paese è obbligato a stilare un Piano energetico nazionale, a proporlo all’Unione Europea e ad attuarlo in base a un regolamento gestito da Terna. Il Piano fatto due anni fa dall’ex ministro Carlo Calenda si dà come obiettivo l’uscita dal carbone nel 2030, con una fase transitoria con la possibilità di utilizzare il gas al posto del carbone, per poi arrivare all’utilizzo delle energie rinnovabili”.
Sulle accuse di poco attivismo sul dossier, Peracchini ha ribattuto: “Chi ci ha preceduto ci ha regalato la centrale Enel. Ora siamo a una svolta: pensavamo si andasse verso la chiusura della centrale, cosa che Enel ci aveva promesso a voce, mettendo anche nero su bianco la dismissione del gruppo a carbone. Ora bisogna capire come questo avverrà. Noi preferiremmo chiudere la storia della presenza della centrale in città, ma la competenza è del ministero dello Sviluppo economico: sono il ministro Luigi Di Maio e i 5 Stelle che devono dire se è giusto che ci sia ancora oggi una centrale alla Spezia, ancorché con un combustibile molto meno inquinante rispetto al carbone, oppure no. Spero che nelle prossime settimane si apra un confronto con Enel e il ministero, come è previsto dalla legge”.
Ma il gioco d’incastri delle date, fra autorizzazioni e annunci di dismissione, potrebbe anche risolversi, nello scenario peggiore, in una beffa per la città: “In queste ore è arrivata una novità: in base a un decreto del Governo di gennaio 2019 si stanno rivedendo tutte le Autorizzazioni ambientali di tutte le centrali d’Italia per l’utilizzo del carbone. Rischiamo che ci sia una nuova autorizzazione per la centrale spezzina da quest’anno al 2027, rinnovabile per altri 8 anni fino al 2035, prima di arrivare all’eventuale utilizzo di energia rinnovabile, superando l’Aia conferita dall’allora ministro Andrea Orlando”.
Poi l’appello all’unità per portare a casa il migliore risultato: “È una partita molto complessa, difficilmente affrontabile in termini di tifoserie: nessuno di noi vorrebbe una centrale in città, dobbiamo avere l’intelligenza come territorio di proporci uniti al ministero in modo chiaro, per evitare che, per non avere nulla, finiamo per tenerci il carbone fino al 2035. Questa è la vera partita che si sta giocando. Non si può pensare che un sindaco arrivato da 23 mesi rimedi a tutti i danni di chi lo ha preceduto: l’Enel è qui grazie alle sinistra e all’autorizzazione rinnovata nel 2013 dalla sinistra. Non decide il Comune della Spezia, decide il ministero sulla base delle decisioni prese in passato in particolare dal Pd”.
Tranchant il giudizio sulla recente assemblea dei cittadini di Melara: “Sono d’accordo con loro, anch’io non avrei mai realizzato una centrale in città. Purtroppo i partiti che hanno votato per anni gliel’hanno regalata”.
E il parco giochi di Spezialand da realizzare nell’area Enel? Un’ipotesi tramontata? “I sogni rimangono: bisogna avere le aree libere e gli investitori. Può anche darsi che qualche sogno in futuro si possa realizzare”.