Cambiano i segretari, si accumulano le sconfitte, le elezioni del 26 maggio in 18 Comuni della provincia non promettono ottimi risultati, ma le lotte intestine al Partito Democratico spezzino restano sempre le stesse.
È una di quelle certezze che non viene scalfita dal passare degli anni. L'ex ministro Andrea Orlando da una parte, la deputata Raffaella Paita dall'altra. Altro che unità e nuovo corso del PD: le visioni, neanche a dirlo, restano sempre opposte e contrastanti.
Da giorni, infatti, numerosi esponenti del Pd spezzino confidano che Orlando starebbe già pensando a un profilo adatto alla candidatura alle prossime elezioni per il sindaco della Spezia.
Una partita che, a meno di un'interruzione anticipata del mandato di Pierluigi Peracchini, si giocherà nel 2022. L'ex ministro, dicono iscritti e dirigenti Pd, punterebbe le sue carte su Guido Melley, attuale capogruppo in consiglio comunale della lista "LeAli a Spezia", come candidato "civico" di una coalizione larga, che potrebbe unire il Pd, i movimenti e partiti della sinistra (anche estrema) ed eventuali altre liste.
Una candidatura dalla forte impronta civica di sinistra, quindi, che sarebbe lo sbocco naturale di una collaborazione e un’unità tra le opposizioni spezzine capitanata da ormai due anni proprio dal gruppo di Melley (fanno eccezione il Movimento 5 Stelle e talvolta anche Lorenzo Forcieri).
Un nome, quello di Melley, che non facendo parte dell’apparato di partito, nel disegno di Orlando consentirebbe di lasciarsi alle spalle gli errori del Pd nel recente passato, anche a livello locale, e recuperare parte del consenso perduto. Si tratta comunque di ipotesi, visto che tra i due ad oggi non ci sarebbe stato alcun incontro né scambio di vedute sull’argomento.
Tutto bellissimo, se non fosse che il disegno dell’attuale vicesegretario nazionale del Pd va esattamente nella direzione opposta rispetto a quello di Raffaella Paita, che invece spingerebbe per una candidatura dell’ex assessore Corrado Mori, uscito dal proscenio politico con la fine del mandato da sindaco di Massimo Federici.
Tornando alle cronache di quei mesi, in molti si ricorderanno come per molto tempo si discusse sull'opportunità di organizzare delle primarie per scegliere il candidato sindaco del Pd (la scelta sarebbe poi caduta su Paolo Manfredini del Partito Socialista).
In quel caso Mori sarebbe stato uno dei sicuri contendenti in campo, appoggiato in primis da Raffaella Paita e dai renziani. Poi la retromarcia: niente primarie, candidato pescato all'esterno del partito e passo di lato di Mori, con i risultati che conosciamo.
Un vero smacco, visto che il suo nome era rimasto in campo fino all’ultimo. Ecco perché Paita oggi penserebbe a lui: sarebbe anche una forma di risarcimento politico per la beffa subita nel 2017 dall'ex assessore, che masticò amaro ma non si lamentò mai pubblicamente.
Fantapolitica? A detta di numerosi esponenti del centrosinistra spezzino, tutt’altro.