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"Rispetto e onore per i morti nelle Foibe e per tutti gli esuli giuliano-dalmati" In evidenza

Il Presidente Delegato per la Provincia della Spezia di A.N.V.G.D. (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) interviene riguardo uno striscione apparso durante la manifestazione antifascista 

 

"Spett.le Redazione,

quale Presidente Delegato per la Provincia di La Spezia dell'A.N.V.G.D., Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, con riferimento alla manifestazione di un gruppo di persone che hanno "occupato" la Mediatica "Sergio Fregoso" ieri mattina mostrando uno striscione dal titolo "Troppi morti vi hanno smentito", apparentemente scritto in modo da far risaltare il nome TITO nella parola finale, vi chiedo di pubblicare questa mia lettera nella quale chiedo a questi manifestanti se si sia trattato di una cosa casuale o voluta: casuale perché è terminata la bomboletta rossa dello spray, oppure voluta con chiaro riferimento al boia assassino infoibatore di Italiani Tito.

Infatti, sempre che questa seconda ipotesi sia voluta, ricordo a questi manifestanti che esiste una Legge Italiana che celebra, onora e rispetta i morti del carnefice Tito. Il Giorno del Ricordo, riconosciuto dalla Repubblica Italiana nel giorno del 10 Febbraio con la Legge 30 marzo 2004, n.92 "in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati", viene celebrato ogni anno proprio per ricordare le migliaia di Italiani massacrati dai partigiani comunisti titini nelle terre del confine orientale, allora Italiane.

Massacrati non per vendetta della presenza fascista in quelle terre, come le tesi ipocrite della sinistra del dopoguerra hanno sempre cercato di far credere manipolando la Storia, smentite dai sopravvissuti e dai cadaveri recuperati dalle foibe, ma perché quelle terre da sempre interessavano alla Jugoslavia del maresciallo Tito, che non perse occasione di occuparle al fianco degli Alleati a guerra finita mettendo in atto una vera e propria pulizia etnica solo per dimostrare che la presenza italiana in quelle zone era inferiore rispetto a quella jugoslava, ed arrivare così al tavolo dei vincitori (al quale, ricordo a questi manifestanti, l'Italia non sedette in
quanto sconfitta e non vincitrice) per reclamare l'assegnazione di quelle terre così come poi, purtroppo, avvenne.

Il terrore, le torture, gli stupri, le minacce e gli infoibamenti vennero usati come pressione fisica e psicologica contro quegli Italiani che non avevano nessuna intenzione di andarsene. Forse questi manifestanti, sempre nel caso in cui la seconda ipotesi sopracitata sia veritiera, non sanno per ignoranza storica che i partigiani e i dirigenti dei comitati di liberazione del confine orientale (che volevano che quelle terre rimanessero italiane) furono i primi, insieme ai poliziotti, ai carabinieri, ai finanzieri, agli insegnanti, e persino anche ai preti, ad essere torturati e poi infoibati,
in quanto rappresentavano il primo livello di italianità presente in quelle zone.

Furono uccisi a migliaia, soprattutto uomini e donne inermi che non avevano mai vestito una divisa e che, nella stragrande maggioranza dei casi, avevano
il solo torto di essere italiani. E, pertanto, ci tengo a chiarire che i nostri nonni e i nostri padri erano stati fascisti, o antifascisti, esattamente come tutti gli altri Italiani, nella Venezia Giulia come in Campania o in Sicilia. Invece vennero tutti "etichettati" come fascisti solo perché fuggivano da un regime comunista sanguinario e assassino.

In memoria delle migliaia di Italiani morti per mano comunista jugoslava, e per l'amore verso la nostra Patria dimostrato dai quasi 350.000 Esuli che scapparono dall'Istria, da Fiume e da tutta la Dalmazia, come mia madre, se quel secondo caso sopracitato fosse veritiero e voluto, ritengo questo atto di manifestazione ignobile, inaccettabile ed offensivo, al quale potrebbe seguire anche una denuncia penale, nel caso in cui non giungesse una pronta, immediata e netta smentita con tanto di scuse, non rivolte al sottoscritto o a tutti i gli eredi degli Esuli e degli infoibati, ma verso tutti quegli Italiani che pagarono con la loro vita la loro Italianità o che furono costretti ad abbandonare la loro terra natale per rimanere Italiani. E vivi".

Andrea Manco
Presidente Delegato per la Provincia di Spezia
A.N.V.G.D. - Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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