La questione del biodigestore sta diventando un tema caldo per tutta la vallata del Magra ed in generale per la Provincia spezzina.
Anche i numeri lo dimostrano. Ieri sera la riunione operativa del Comitato “No Biodigestore” era gremita di persone. Non solo residenti a Santo Stefano e Vezzano ma anche molti sarzanesi e spezzini.
Innanzitutto è necessario fare chiarezza sull’iter amministrativo che riguarda il trattamento dei rifiuti e dunque assegnare ad ognuno le proprie responsabilità. Esiste, infatti, un Piano regionale dei rifiuti approvato nel marzo del 2015. Da questo atto di programmazione è stato deliberato, nel 2018, il piano di ambito provinciale recepito poi in quello regionale in cui era previsto, per entrambi, il sito di Boscalino. Anche la capacità dell’impianto originariamente era differente. Nel piano il biodigestore avrebbe dovuto essere funzionale al volume di rifiuti prodotto dall’ambito territoriale spezzino. Oggi invece il volume del rifiuto potenzialmente trattabile è salito fino a 80.000 tonnellate. Ciò per accogliere anche il materiale prodotto all’area genovese e che dal capoluogo di regione verrà convogliato verso La Spezia. In questo scenario, che cambia radicalmente le carte in tavola rispetto al Piano dei Rifiuti approvato, è necessario intervenire istituzionalmente già a partire dall’ultima Delibera della Giunta Regionale.
Per questo depositeremo un Ordine del Giorno che segua questa linea di pensiero. A nostro avviso, infatti, non è possibile avviare un’inchiesta pubblica mettendo due territori contro: Boscalino, ad Arcola, e Saliceti, a Vezzano. È necessario, invece, modificare il Piano dei Rifiuti attraverso una variante. Questo è un procedimento che non può che incardinarsi all’interno di una Valutazione Ambientale Strategica.
Solo così sarà possibile valutare davvero l’idoneità, anche dal punto di vista geomorfologico, dei siti proposti, la specificità tecnica dell’impianto, eventualmente da costruire, e il volume massimo di rifiuto da trattare. Soprattutto solo attraverso la VAS si potrà anche tenere in considerazione l’opzione zero: quella che non ammette la costruzione di un impianto di biodigestione nella nostra provincia. L’inchiesta pubblica e la valutazione sanitaria integrata vanno inserite all’interno di questo procedimento.
Noi tenteremo proprio di fare questo impegnando l’Assessore a seguire quello che riteniamo essere l’unico percorso corretto.
Tutto il resto, invece, sta all’interno di un tentativo, da parte di chi governa Regione e Provincia, di lavarsene le mani senza assumersi le dovute responsabilità.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Italia in Comune