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Baldino porta il gruppo all’opposizione, è rottura con Guerri: “Riunioni carbonare” In evidenza

di Gabriele Cocchi – Il capogruppo annuncia: “Faremo votare la base”. I sostenitori: “Promesse non mantenute, è la giunta Federacchini”.

Tanto tuonò che piovve. Come preannunciato già da giorni, è finita la “convivenza forzata” tra Massimo Baldino, capogruppo della lista “Per la nostra città con Giulio Guerri”, e la maggioranza di centrodestra che guida il Comune.

Ma la rottura è anche all’interno dello stesso movimento civico, che al ballottaggio del 2017 si apparentò con il centrodestra a sostegno di Pierluigi Peracchini. I rapporti tra Baldino e Guerri, presidente del consiglio comunale, sembrano infatti essere arrivati ai minimi termini.

Lo dimostra la nota inviata oggi da 49 candidati delle due liste di Guerri, giusto poco prima dell’inizio della conferenza stampa convocata da Baldino, in cui il consigliere viene invitato senza mezzi termini a passare all’opposizione lasciando il gruppo “Per la nostra città” (“Molti dei firmatari non si sono mai visti, al contrario di quelli che oggi sono qui con me”, ha replicato Baldino leggendo in diretta la presa di posizione).

Le cose invece andranno diversamente: Baldino passerà sì all’opposizione, ma si porterà dietro anche la lista “Per la nostra città”, di cui è formalmente capogruppo e di cui fa parte lo stesso Guerri.

Poi avvierà un percorso di ascolto della base dei sostenitori, che dovranno decidere se rimanere all’opposizione oppure tornare a sedersi tra i banchi della maggioranza. Uno scontro interno ed esterno che è il culmine di quasi due anni di forti contrasti con l’amministrazione Peracchini.

“Dicono che la notte porti consiglio, ma quella appena trascorsa mi ha portato soltanto insonnia – ha esordito Baldino, circondato da numerosi simpatizzanti ed ex candidati – Mai avrei voluto fare la scelta che oggi sono costretto a prendere dalle circostanze. Guerri mi aveva chiesto di candidarmi alle amministrative in base a un determinato programma. Poi ci siamo visti proporre l’apparentamento con la coalizione di centrodestra in vista del ballottaggio: abbiamo accettato pensando di partecipare a un processo nuovo e diverso. Ci siamo impegnati al fianco di Peracchini per il ballottaggio, ma ha fatto promesse che sono state in larga parte disattese, anzi in alcuni casi tradite, come Scalinata Cernaia, l’Umbertino e i quartieri del Levante”.

Da quel momento è cominciata la lunga serie di divergenze con l’amministrazione: l’aggregazione Acam-Iren, la trasformazione in ostello dell’asilo di via Firenze, la querelle sull’inquinamento delle navi da crociera, la futura destinazione dell’area Enel, il taglio dei pini di Gaggiola, il caso Asti e, solo per ultimo, lo scontro sul monumento alle vittime dell’amianto. Ma l'elenco potrebbe andare avanti.

È stata un’inaccettabile mortificazione della democrazia. Nel frattempo siamo stati sbattuti fuori dalla maggioranza: informalmente siamo stati esclusi dalle chat, formalmente non siamo stati più invitati a una singola riunione – ricostruisce Baldino – A tutto questo manca ancora oggi il sigillo del sindaco, che ho sollecitato invano e che attendo da sei mesi. Alla fine mi sono dovuto pronunciare io qualche giorno fa”.

Ma Baldino ne ha anche per Guerri: “Giorni fa ha convocato in tutta fretta una riunione carbonara senza neppure invitarmi, e una successiva in cui tutti mi hanno confermato che uscire dalla maggioranza era la sola alternativa, ma mi hanno chiesto tempo. Ho proposto di riunire tutti i nostri candidati e votare. Guerri mi ha risposto chiedendomi di dimettermi dal gruppo il giorno dopo, il 21 marzo. Ho preso nota e ho scritto una mail in cui avvisavo gli uffici e annunciavo che avrei formalizzato il tutto questa settimana. Insomma, prima tutti d’accordo per uscire, ora tutti per rimanere”.

Ora il gruppo “Per la nostra città” passerà formalmente all’opposizione: è infatti una decisione che spetta a Baldino in quanto capogruppo, ma che coinvolgerà inevitabilmente anche Guerri, che ricopre il ruolo di presidente del consiglio comunale.

“Decido io in quanto capogruppo – ha aggiunto il consigliere – Mi impegno a costruire un percorso partecipato in cui i nostri sostenitori si esprimeranno sul posizionamento della lista. Nel frattempo però il simbolo va alla opposizione come preannunciato”.

Anche Fabio Vistori, candidato alle passate elezioni e coordinatore spezzino di “Italia in Comune”, esprime tutto il suo disappunto: “Non è stato realizzato quasi nulla dei punti del nostro programma che giustifichi la permanenza nella maggioranza. Anche io sono stato escluso da Guerri. La ragione? Mi è stato detto in quanto rappresentante di una lista nazionale, ma Guerri ne era già al corrente da tempo, tanto che a febbraio lo abbiamo portato a Parma a incontrare il sindaco Pizzarotti (fondatore di Italia in Comune, ndr). Questi comportamenti feriscono personalmente”.

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