Con il Centro di Procreazione assistita rischia di essere smantellata l’ennesima struttura di eccellenza presente in ASL5.
Le indicazioni dei vertici aziendali, infatti, vanno nella peggior direzione possibile: il declassamento del centro, riconosciuto non solo a livello regionale ma anche nazionale, e il suo conseguente trasferimento da Sarzana alla Spezia.
È chiaro ormai che la politica regionale di Toti e Viale stia imponendo una linea precisa e sempre più palese: svuotare il San Bartolomeo di Sarzana, spostando i suoi centri di eccellenza, per confinarli, purtroppo, in qualche angusta stanzetta del Sant’Andrea.
Questa è la sorte che sembrerebbe essere stata tracciata per il Centro di Procreazione medicalmente assistita dell’azienda sanitaria spezzina.
Va detto che questo disegno, per nulla strategico e lungimirante, si inserisce in un contesto del tutto privo di senso.
Oggi la struttura semplice di procreazione assistita è, infatti, uno dei pochissimi comparti che riesce ad attrarre pazienti da fuori regione.
Sia nel 2017 che il 2018 la struttura ha erogato circa 1300 prestazioni, aiutando circa un centinaio di donne spezzine a diventare madri.
Smantellare e declassare il Centro sarebbe, dunque, un grave danno alla comunità, visti i numeri.
Inoltre, spostare il reparto alla Spezia significherebbe togliere ad esso una posizione baricentrica fondamentale per servire al meglio il territorio e per attrarre pazienti anche da fuori regione.
Il Centro di Procreazione medicalmente assistita di ASL5 opera, oggi, in un raggio molto vasto che si estende da Genova a Parma arrivando in Toscana fino alla Versilia.
Ci batteremo affinché questa importante struttura non venga smantellata, declassata, marginalizzata e trasferita.
Riteniamo, inoltre, che in un panorama come quello ligure, che vede l’età media della popolazione più elevata d’Europa e un indice di natalità molto basso, si debba investire meglio e di più sia dal punto di vista sociale che sanitario nel settore della maternità e della procreazione.
I Consiglieri regionali
Francesco Battistini
Juri Michelucci