“Quando mi si dice: va bene ma non in casa mia, beh, è il classico principio per non fare nulla. Va bene per tutti ma non in casa di nessuno? No, il grande tema su cui si deve ragionare è: se lo fai in casa mia lo devi fare bene, lo fai a condizioni tecnologiche moderne e lo fai con ristori economici importanti per il territorio che lo accoglierà. Tutte cose queste che, per esempio, su Saliceti 1 non sono mai state fatte”.
L’Assessore regionale Giacomo Giampedrone non si è sottratto, alla fine della conferenza stampa tenutasi ieri ad Ameglia sugli investimenti del fondo strategico, al parlare ancora del progetto che sta infiammando gli attivisti dei Comitati ambientalisti sulla costruzione di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti organici in Val di Magra.
Saliceti e Boscalino sono i siti al momento “papabili” per un tale investimento ma non è detto che rientrino nei parametri previsti e c’è attesa per gli studi in corso che decideranno “dove e quando” costruire il nuovo biodigestore.
L’Assessore ha ricordato che ci sono dei Piani previsti ben prima del suo insediamento, dal dialogo nato tra Piano provinciale e quello regionale si erano individuati due siti presumibilmente idonei per la Provincia della Spezia.
Siti individuati precedentemente quindi che, come risaputo, sono quelli di Saliceti e Boscalino, siti forse idonei ma sulla cui scelta si attende il progetto di realizzazione definitivo dell’impianto di biodigestore in questione.
L’aumento del fabbisogno medio ligure da gestire in ogni sito regionale (ogni Provincia deve averne uno) è salito a circa 60.000 metri cubi annui, contro il fabbisogno del vecchio Piano di circa 20.000 metri cubi: “E questo è un bene – ribadisce Giampedrone - perché evidenza che si cresce e si differenzia sempre di più. Gli Impianti che nasceranno non saranno più su un solo singolo territorio ma diventeranno Impianti di Zone Omogenee (le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati). Ricordo poi che il vecchio Piano provinciale della Spezia prevedeva anche una discarica di servizio che ora invece viene meno, e La Spezia sarà l’unica Provincia Ligure a non doversene dotare perché sostituita dalla discarica di Scarpino (Genova). E questa è la vera novità e la dimostrazione di una corretta integrazione tra le necessità dei vari territori”.
Un intervento necessario e importante per l’indispensabile conclusione di un ciclo rifiuti prima non funzionante, ribadisce l’Assessore: “Sappiate che la svolta della Regione avviene anche con l’impiantistica della gestione del ciclo dell’organico e, quando ne ho preso le redini nel 2015, la commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo rifiuti presieduta dal rappresentante del Partito Democratico definiva il sistema delle discariche regionali liguri come “arcaico”.
Il ciclo si chiude con un buon livello di raccolta differenziata e con la gestione in casa dell’organico tramite impianti di separazione e trattamenti che non bruciano niente ma solo seccano il rifiuto trasformandolo in “compost” (il sistema “Pirolisi” è un particolare processo in assenza dell’agente ossidante (ossigeno) nel quale avviene la decomposizione termochimica di materiali di natura organica).
Sulle critiche ricevute dai comitati ambientalisti rassicura e aggiunge: “Dialogo e ascolto con tutti ma sia chiaro che sono per “il fare” e non per il “non fare” precedente. Ben vengano le valutazioni di impatto ambientale e le inchieste pubbliche e ognuno potrà portare le valutazioni sui singoli territori.
Le valutazioni di impatto ambientale sono tecniche e non politiche, ci tengo a ricordarlo, non è che l’Assessore decide come e dove va fatto l’impianto, noi diremo solo se sarà compatibile. La valutazione di impatto è a 360 gradi e riguarda ogni ricaduta eventualmente negativo sul territorio scelto – ha concluso – con i progetti in mano valuteremo al meglio il tutto, in primis la qualità della vita dei cittadini. Il vero tema non è zonale ma ligure e nazionale perché le direttive europee dicono discariche zero al 2021".